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Torino, Kalinic la stella dell’attacco della Fiorentina. E il fascino di chiamarsi Hagi…

L'avversaria / Il croato è il terminale offensivo principe, Babacar la riserva. Tra le sorprese, occhio a quel figlio d'arte...

Nikhil Jha

"Continua la marcia di avvicinamento al match contro la Fiorentina per il Toro; dopo la difesa (QUI) e il centrocampo (QUI), attenzione ad un reparto, l'attacco, che potrebbe rivelare sorprese. Nel 3-4-2-1 disegnato da Sousa, c'è spazio per una sola punta di ruolo: da ormai due stagione a questa parte, questa punta risponde al nome di Nikola Kalinic, attaccante croato arrivato l'anno scorso dal Dnipro e autore di un'ottima prima parte di stagione l'anno scorso, mentre da allora ha un po' faticato ed attualmente, nonostante il gol all'esordio contro la Juventus, non è più riuscito a trovare la via della rete. Visti gli impegni viola in Europa League, a seconda del turnover adottato da Paulo Sousa potrebbe arrivare anche il momento di Khouma Babacar, senegalese alla sua terza stagione in gigliato, che i granata sicuramente ricorderanno per il gol realizzato due anni fa all'allora Olimpico per il 2-1 finale.

"Due frecce all'arco sicuramente pericolose e da tenere d'occhio per il Torino, che però dovrà anche guardare alle loro spalle, perché a supporto dell'attaccante centrale una delle due mezze punte potrebbe essere Josip Ilicic, capace di giocare tra i reparti e di dettare linee di passaggio interessanti per gli inserimenti del terminale offensivo, chiunque esso sia. Lo sloveno viene dal rigore mandato sul palo contro il Milan che avrebbe potuto consentire ai viola di sconfiggere i rossoneri, ma già contro i granata potrebbe cercare rivalsa.

"Nella già citata giostra di turnover, però, occhio alle sorprese: una potrebbe essere quel Ianis Hagi arrivato in estate dal Viitorul, squadra romena. Un cognome pesante per il  giovanissimo classe '98, figlio d'arte: Gheorghe Hagi, suo padre, fu un giocatore del Real Madrid e del Barcellona - e in Italia del Brescia - trascinatore della sua Nazionale (Romania, appunto), considerato in patria come il miglior calciatore mai nato tra i confini nazionali. Ora Ianis proverà a seguire anche da lontano le orme del padre, e la Fiorentina ha deciso di dargli una chance: finora non ha ancora giocato un minuto in stagione, ma visti i molti impegni ravvicinati c'è qualche possibilità di vederlo calcare il prato del Grande Torino, magari a partita in corso. Un po' meglio è andata a Federico Chiesa, figlio di Enrico, attaccante italiano degli anni '90-'00: per lui già due spezzoni in Serie A, un contributo ancora non decisivo a una Fiorentina in bilico tra passato e futuro.