"Modello Torino e Modello Udinese. La sfida che nel prossimo turno di campionato vedrà le due squadre scontrarsi sul campo del nuovo Stadio Friuli suggerisce diversi spunti di riflessione, alcuni di natura meramente pallonara, altri un po’ più profondi, aventi a che fare con le politiche diverse (ma simili) delle due società, sul piano del mercato ma non solo.
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Toro, la crisi del Modello Udinese un monito per il futuro
Verso il Friuli / Il Modello granata ha dimostrato di funzionare, ma che la crescita non sia fine a se stessa...
"A cosa è dovuto questo parallelismo, e quali sono i tratti comuni tra le due società calcistiche è chiaro a tutti. Prima di tutto, entrambe le squadre basano la propria politica sulle plusvalenze, ricapitalizzando le stesse in nuovi acquisti, riuscendo così a mantenere in piedi una progettualità ben precisa e conveniente per le casse societarie. Per fare ciò, comunque, serve che qualcuno riesca nell’intento di far rendere al massimo i giocatori in rosa, per metterli in vetrina e dargli chances importanti: è il caso di Ventura per il Torino, era (l’imperfetto è d’obbligo) il caso dell’ormai ex di lunga data Guidolin per l’Udinese.
"E’ qui arriva la prima differenza: la squadra di Pozzo, per altro indagato per copiosa evasione fiscale in Italia e Spagna (qui i dettagli), ha infatti perso negli ultimi anni quella costanza nel lanciare giocatori e fare cassa da essi, e questo è da attribuire in primo luogo ai continui cambi in panchina, che non hanno dato continuità ad un progetto che nei primi dieci anni del nuovo secolo pareva solidissimo. E’ altresì vero che la famiglia Pozzo essendo proprietaria di altre due società calcistiche (Granada e Watford) ha maggiori oneri rispetto a quella granata, ma è innegabile come il Modello friulano stia subendo un’involuzione decisa e poco giustificabile, nonostante i bianconeri siano diventati da quest’anno la terza squadra di Serie A a possedere uno Stadio di proprietà dopo Juventus e Sassuolo.
"Il Toro, pur senza uno Stadio di proprietà, sta vivendo adesso il proprio apogeo da questo punto di vista: nonostante le tantissime critiche piovute addosso al tecnico granata, infatti, nulla si può obbiettare all’insindacabile fatto che Ventura stia facendo con costanza gli interessi della società, valorizzando al massimo alcuni elementi (D’Ambrosio, Ogbonna, Cerci, Immobile, Darmian gli ultimi gioielli), per poi poter contare la stagione successiva su un nuovo serbatoio di giovani da far crescere, contribuendo parallelamente alla crescita sul campo dei colori granata. Anche il settore giovanile, e l’apparato che gira intorno ad esso, pare ormai decisamente di un altro livello rispetto a quello dell’Udinese: la copiosa rete di osservatori delegati dalla famiglia Pozzo, che in passato aveva regalato giocatori di assoluto livello ai friulani, sta perdendo colpi a vista d’occhio, e anche la cantera bianconera non sta rendendo come ci si attendeva dopo che la stessa era stata rivoluzionata con la modernizzazione dell’Academy qualche anno fa. Di contro, il settore giovanile granata sta studiando “da grande” (qui dettagli del viaggio di Bava a Barcellona), per riuscire ad unire gli ottimi risultati ad una valorizzazione più marcata nel calcio professionistico dei prodotti del vivaio, che nei prossimi anni dovrebbe farsi via via più accentuata anche grazie alla possibile accorpamento del nuovo campionato Riserve in Lega Pro.
"Quella granata, dunque, è una politica che guarda prima di tutto al futuro, alla crescita parallela di prima squadra e settore giovanile, senza incorrere in spese folli, ma semplicemente reinvestendo. I risultati di questa stagione potranno sembrare contraddittori da questo punto di vista, ma il percorso intrapreso dalla società granata è comunque lodevole: in un mondo calcistico nel quale i milioni vengono sperperati da dirigenze poco oculate per la “fretta del risultato” immediato, il Torino si pone come evoluzione di un Modello che l’Udinese aveva abbozzato una decina di anni fa, non riuscendo però a dare una decisa scossa alla crescita, fermatasi all’improvviso. La società granata deve cercare, invece, di dare un inizio ed una fine ben precisa a questo tipo di progetto, perché questo diventi non una costante per i prossimi vent’anni, ma un trampolino di lancio verso risultati sportivi importanti, che cambierebbero le carte in tavola, permettendo un passaggio ad un Modello successivo.
"Perché la crescita tramite la politica delle plusvalenze è necessaria ed importante, ma per alzare il livello serve che questa non sia fine a se stessa.
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