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lasciarci le penne

Batoste granata: la classifica

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Un nuovo episodio della rubrica "Lasciarci le penne" a cura di Marco Bernardi: "La top 5 delle nostre batoste, quelle che hanno fatto davvero male, perché la gioia era ad un passo e bastava allungare una mano per prenderla"
Marco P.L. Bernardi
Marco P.L. Bernardi Columnist 

Primo giorno del mese di marzo che ci porterà in primavera, l'inverno quasi alle spalle e un'allegria portata dal riso del disgelo, come canta Francesco Guccini nella Canzone dei dodici mesi. Che cosa può esserci quindi di meglio, per festeggiare la rinnovata speranza, che una classifica per contrasto triste e tenebrosa, quasi autunnale, ovvero quella delle nostre batoste, di quelle che hanno fatto davvero male, perché la gioia era lì ad un passo e bastava allungare una mano per prenderla e invece ci è sfuggita tra le dita come la sabbia in riva al mare di Ciao del grande Lucio Dalla, che ci ha lasciato proprio il 1° marzo di dodici anni fa e al quale continuiamo a fare, con tre giorni di anticipo, ovunque si trovi, gli auguri di buon compleanno.

Quella delle partite dolorose è una lista "classica" che ritorna di tanto in tanto ad ispirare penne e pensieri degli scrivani granata: sembra che il dolore sia fonte di ispirazione ancor più della gioia e che lasci segni profondi, cicatrici sull'anima di reduci sopravvissuti a battaglie cruente.

Ecco le mie cinque dolenti batoste granata, fior fiore delle moltissime occasioni perse che costellano la nostra storia dalla metà degli anni Settanta in poi (come al solito, farò riferimento solo a quanto, per ragioni anagrafiche, ho potuto vedere).

1) Ajax – Torino 0-0 (13 maggio 1992): l'apoteosi della sfiga. Tre pali a sbarrarci la strada, un rigore solare visto da tutto l'Olympisch Stadion di Amsterdam fuorché dall'unico che doveva vederlo; la sedia di Mondonico al cielo per manifestare la rabbia verso l'ingiustizia calcistica più clamorosa tra quelle che ci sono piombate addosso.

2) Torino – Sampdoria 2-1 (19 maggio 1988): quasi quattro anni prima della beffa di Amsterdam ne subimmo un'altra, meno prestigiosa, ma altrettanto dolorosa. Finale di ritorno della Coppa Italia, sconfitta dell'andata per 2 a 0 rimontata in un tempo grazie a due autogoal blucerchiati; sterile supremazia, la sensazione di essere sempre a un passo dal ribaltone e, al 112°, un tiro da lontanissimo di tale Fausto Salsano a battere Lorieri e a spegnere il sogno del Comunale.

3) Tirol Innsbruck – Torino 2-1 (18 marzo 1987): un Toro stellare, gente del calibro di Junior e Dossena, un avversario ampiamente abbordabile, una gara di andata terminata 0 a 0, stradominata e iellata come poche (Comi colpì il palo interno su rigore); insomma, tutti gli ingredienti per andare a prendersi la semifinale di Coppa Uefa. E invece... Invece ci pensò tale Erik Frederiksson, giacchetta nera svedese, a spianare la strada agli austriaci, negandoci due rigori solari, uno dei quali all'ultimo istante quando Francini si presentò solo davanti al portiere avversario e venne clamorosamente strattonato al momento del tiro.

4) Torino – Verona 1-2 (25 novembre 1984): il match che doveva portarci in cima all'Olimpo. Con una vittoria avremmo superato i gialloblù e saremmo stati in vetta alla classifica. Non andò così e anche quella volta si misero di mezzo i pali: prima Léo Júnior, poi Sclosa vennero fermati dai montanti a Garella battuto. Così il Verona volò via e noi non riuscimmo più a riprenderlo, nonostante un lungo inseguimento. Alla fine fummo secondi e arrivammo per l'ultima volta a sfiorare il titolo.

5) Fiorentina – Torino 2-2 (18 maggio 2014): al 48° minuto del secondo tempo Cerci si fa ipnotizzare da Rosati e sbaglia il rigore che ci avrebbe regalato la qualificazione all'Europa League. Batosta solo virtuale perché il Parma, privo della licenza per partecipare, avrebbe liberato il posto da lì a qualche giorno. Ma quell'urlo rimasto in gola e la delusione terrificante che seguì l'errore dal dischetto bruciano ancora.

Bisognerebbe ricordare tante altre partite: il Borussia delle tre espulsioni, l'impenetrabile Arsenal del 1994, lo Stoccarda del goal al 120° e perfino il Genoa del trionfale 5 a 1 che non bastò per superare la Juve nel campionato dei 50 punti. Tutte brutte storie che fanno male a pensarci. Forza, cari amici granata: la settimana prossima ci sarà una classifica più divertente, potete contarci.

Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

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