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lavata di capo

C’è la figuraccia, manca la figura

Mario Giordano
Nuovo appuntamento con "Lavata di Capo", la rubrica a cura di Mario Giordano
Mario Giordano

Un allenatore del recente passato del Toro mi ha raccontato che un giorno, alla vigilia del 4 maggio, aveva messo un avviso sulla porta dello spogliatoio. “Domani 4 maggio Divisa Superga”. Un giocatore lesse e subito dopo lo avvicinò tutto preoccupato. “Mister, scusa, io la divisa per domani la porto, senz’altro. Ma perché dobbiamo per forza indossare le scarpe Superga?". Mi è venuto in mente questo episodio vedendo il video con gli insulti ai tifosi sul pullman del Torino. E ho pensato che la colpa è sicuramente dei giocatori, ignoranti e viziati, come scrive Andrea Calderoni. Ma pure della società che non fa nulla per far capire che cos’è la storia del Toro. Che cosa sono Superga, Valentino, Bacigalupo-Ballarin-Maroso, Meroni, Ferrini, il colbacco di Giagnoni, la sedia alzata di Mondonico e il resto della leggenda che noi raccontiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti con lacrime e passione, ma che nessuno spiega a chi veste la maglia granata. La quale maglia granata finisce per essere considerata da chi la indossa, purtroppo, come una divisa come le altre. Cosa che evidentemente non è.

E allora penso che non basterà individuare e scaricare chi ha insultato i tifosi dal pullman. Bisogna anche individuare e caricare a bordo qualcuno che i tifosi (e la loro passione, e la loro storia) sa che cosa sono. Qualcuno che quella leggenda l’ha respirata al Filadelfia e la porta tatuata sulla pelle, al posto di quegli orrori d’inchiostro che tappezzano oggi il corpo dei giocatori. Purtroppo, nessuno dell’attuale dirigenza (Vagnati, Pellegri, Moretti, etc) fa parte della storia del Toro. Il progressivo allontanamento di tutte le figure storiche significative, la cancellazione di ogni gloria del passato dall’organico, fino alla dismissione frettolosa di due galantuomini come Comi e Benedetti, ha prodotto l’inaridimento cui purtroppo assistiamo. Non sarebbe certo un nome, per quanto nobile, che potrà invertire anni di desertificazione di valori granata. Ma almeno segnerebbe un’inversione di tendenza. Un tentativo di recupero. Un modo per evitare che qualche altro ragazzotto ignorante confonda Superga con un paio di scarpe o insulti i tifosi del Toro davanti alla lapide degli Invincibili. Almeno quello.

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