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Nicola contro Di Francesco: il granata è più abituato alle lotte salvezza

Il Confronto / Di Francesco, nonostante i pessimi risultati, ha la fiducia della società ma deve consolidare la sua posizione

Andrea Calderoni

Eusebio Di Francesco aspetta in Sardegna questa sera alle 20.45 Davide Nicola. Cagliari e Torino si giocheranno una fetta della loro permanenza in Serie A in un match delicatissimo. Di fronte ci saranno due tecnici con pochi tratti in comune. Di Francesco è probabilmente, insieme a Roberto De Zerbi, l’allenatore di Serie A più vicino per idee di calcio a Marco Giampaolo, ex mister del Torino. Non è sbagliato definire Di Francesco un esteta del gioco del pallone, uno di quelli che vuole dominare la partita. Fin qui, però, le cose a Cagliari non sono andate affatto bene per Di Francesco. Anzi, la sua panchina non è mai stata così in bilico come in questa settimana. Perdere in casa contro il Torino significherebbe rendere più traballante la sua panchina, sebbene il patron rossoblù Tommaso Giulini abbia rinnovato il contratto del 51enne tecnico di Pescara un mesetto fa fino al 30 giugno 2023.

PASSAGGI DI MODULO - Proprio come nelle ultime settimane di gestione di Giampaolo, anche Di Francesco sta provando a scuotere l’ambiente e il gruppo squadra con alcune scelte tattiche che vanno in controtendenza rispetto alla sua carriera caratterizzata in Serie A dall’esperienza positiva al Sassuolo, da quella luci ed ombre alla Roma e dal fallimento alla Sampdoria. È passato, infatti, ultimamente ad una difesa a tre, riponendo momentaneamente in soffitta il suo schieramento difensivo a quattro. Partito ad inizio campionato con il suo marchio di fabbrica, il 4-2-3-1, ha poi optato per il 4-3-2-1 o 4-3-1-2. Adesso, come detto, ha abbandonato la retroguardia a quattro e contro Lazio ed Atalanta ha addirittura schierato il suo Cagliari con il 3-4-1-2. Anche il modo di giocare del suo Cagliari sta evolvendo nelle ultime settimane. I sardi tendono a tenere meno il pallone e a verticalizzare maggiormente. Difensivamente le cose stanno andando un po’ meglio ma offensivamente i rossoblù stanno facendo una fatica terribile a segnare.

BASSIFONDI - Nicola, dal canto proprio, è un tecnico molto più “pratico” rispetto a Di Francesco. Sta ragionando con il gruppo granata soprattutto sugli aspetti mentali, quelli legati al cuore, al temperamento, alla grinta. Tatticamente sta provando a dare equilibrio. Anche per lui la coperta è stata fin qui un po’ corta: quando la sua squadra è riuscita a segnare, ha anche incassato un po’ troppe reti (Benevento e Atalanta), mentre quando ha blindato la porta non ha praticamente tirato in porta (Genoa). Tuttavia, la differenza più eclatante tra Di Francesco e Nicola forse risiede nel fatto che il primo non è abituato a navigare nei bassifondi della classifica mentre il secondo conosce come le sue tasche le ultimissime posizioni del torneo di Serie A.