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L'atteggiamento di Cairo verso il Torino dopo 18 anni di presidenza è ormai il classico segreto di Pulcinella. Il suo Torino FC deve autofinanziarsi (e fin qui si può anche essere d'accordo) e sportivamente sopravvivere galleggiando lontano dai gorghi della lotta per la salvezza ma tenendosi a "distanza di sicurezza" dall'Europa portatrice di prestigio, sì, ma anche di un fisiologico aumento dei costi e degli investimenti (ma pure dei ricavi, in realtà…). Juric è la trasposizione granata del personaggio collodiano del Grillo Parlante che dice a Pinocchio quali sono le cose giuste da fare. Il mister lotta pubblicamente per un innalzamento dell'asticella da parte della proprietà: se noi tifosi in cuor nostro abbiamo ancora un briciolo di entusiasmo e di ambizione è solo con la presenza di Juric che potremo continuare a coltivare la speranza che qualcosa possa cambiare in meglio. Faccio fatica ad immaginare nel mare dell'ipocrisia del calcio un altro tecnico che abbia un atteggiamento più senza filtri di quello di Juric.
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Neppure Mourinho o "el loco" Bielsa nella loro unicità hanno mai avuto atteggiamenti così diretti verso le proprietà per cui lavoravano, mentre Juric, ad esempio, già a Verona non aveva avuto remore a denunciare la diversità di vedute con il presidente Setti in merito alla crescita di squadra e società (andandosene poi, infatti, al Torino). Per Cairo il mister è croce e delizia: croce perché è mediaticamente una bomba ad orologeria sempre pronta a scoppiare mettendo in evidenza le mancanze della sua gestione societaria, delizia perché con i giocatori che gli mette a disposizione sa far rendere la squadra al massimo delle possibilità tenendola nella "terra di nessuno" che è la mezza classifica. Certamente la stagione che sta incominciando sarà caratterizzata dal tormentone del rinnovo o meno del mister, rinnovo che avverrà, immagino, solo a fronte di un condiviso piano di crescita sportiva. Ecco perché ancora di più penso, e credo, che finché ci sarà Juric ci sarà speranza di vedere finalmente un Toro competitivo. Poi lì sarà lui a dover dimostrare di essere bravo a fare bene anche con una squadra forte, cosa semplice sulla carta, ma tutt'altro che scontata nei fatti. Ma questo è tutto un altro discorso che speriamo di poter affrontare davvero un giorno…
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Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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