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La scossa granata

Il Toro stecca alla prima, solite lacune

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Torna la rubrica a cura di Michelangelo Suigo

Il Cagliari imbriglia il Toro e finisce senza reti l'esordio in campionato al Grande Torino. Granata senza vittorie in casa da marzo di quest'anno, con i soliti problemi e la squadra ancora incompleta. Potremmo sintetizzare con queste poche righe la prima del Toro, ma proviamo a spiegare con ordine e dettagli. Il primo match  del Torino di questa Serie A, per le solite esigenze televisive che facciamo sempre più fatica a digerire, si è giocato alle 18.30 di un giorno lavorativo agostano, con il termometro che segnava 38 gradi. Impossibile per i 22 in campo dare il massimo. La nota positiva della giornata di ieri è rappresentata dai 20.296 spettatori paganti che hanno sfidato il caldo allucinante sperando nella vittoria, che però non è arrivata. Il Toro si è beccato i primi fischi stagionali dopo lo 0-0, con il presidente Cairo invitato dalla Maratona a comprare, perché la rosa è ancora incompleta. Contro i sardi, infatti, sono venute fuori le solite lacune della squadra granata, che ha fatto fatica a rendersi pericolosa. La proposta offensiva del Toro è risultata troppo carente, come ha sottolineato anche Juric a fine partita: "Mi ha soddisfatto la concentrazione della squadra, spesso perdevamo queste partite. Ma in attacco bisogna essere diversi. Nel 3 contro 3 i nostri difensori hanno concesso pochissimo, noi davanti invece dobbiamo fare meglioCi sta mancando il rendimento degli attaccanti, è successo anche in amichevole e in Coppa. In difesa abbiamo solidità, e muoviamo anche abbastanza bene la palla. Poi il campo era brutto, la palla rimbalzava maleSull'attacco devo essere sincero: tutto dipende da Radonjic e Pellegri. Se Rado torna quello che è e Pelle si mette a posto io vado avanti così, ma non si sa. I nostri dubbi girano attorno a loro. E credo molto in Seck".

Di sicuro ieri è mancata l'intensità, certo per il gran caldo, ma ci aspettavavamo un pò più di forcing almeno all'inizio del secondo tempo per provare a sbloccarla. Perché è stata la classica partita che se facevi un gol la portavi a casa. Con un match così bloccato, con i sardi in pressing alto uomo su uomo e a rallentare il ritmo, il caldo che fiaccava le gambe e i granata imprecisi nei passaggi e nel primo controllo, le uniche soluzioni erano cercare la profondità oppure un colpo da palla ferma. Le volte che i granata ci sono riusciti, però, Karamoh con una prateria davanti ha prima fallito l'assist a Vlasic e poi ha effettuato una conclusione inguardabile di esterno. E su calcio d'angolo abbiamo sfiorato il gol con Sanabria e Schuurs. Juric conferma dieci undicesimi del Toro che ha superato la Feralpisalò in coppa Italia, l'unica novità è rappresentata da Karamoh al posto di Radonjic (scelta per nulla convincente) per affiancare Vlasic alle spalle di Sanabria. Per il resto, assetto e uomini sono gli stessi dell'anno scorso, con il solo Bellanova volto nuovo, un pò deludente nel complesso, nonostante una partenza molto promettente.

Il tabù Grande Torino resiste e dal 6 marzo ad oggi sono otto gare di fila senza successi interni. L'avvio è tonico, poi Torino e Cagliari tirano il fiato. Si comincia con una gran parata di Radunovic (3') sulla girata di destro di Sanabria da corner perfetto di Ilic. Ancora Sanabria ruba palla al 14' a Dossena, crossa al centro ma Ricci non impatta la palla. Il Cagliari sfiora il vantaggio al quarto d'ora con Nandez che ruba palla a Buongiorno, commettendo un fallo non fischiato, e tira di destro a giro: superlativo Milinkovic-Savic che vola sotto l'incrocio per evitare il vantaggio sardo. Schuurs sfiora il palo di testa al 18' su calcio d'angolo, poi il match si spegne, complice anche il gran caldo. Alla mezz'ora Karamoh lanciato in porta fa tutto bene, arriva al limite dell'area e calcia d'esterno alto con una conclusione da dimenticare. Nella ripresa percussione in area di Radonjic, subentrato ad un evanescente Karamoh: il 10 granata tira da pochi passi ma Obert, con un gran recupero, salva in extremis (50'). Nel recupero ancora Radonijc impegna Radunovic con un tiro da fuori area e poi di testa impatta male la palla e la mette fuori. Il Toro sale leggermente di tono nel finale ma lo 0-0 non cambia.

Emblematici i cambi: il Cagliari neopromosso ha messo dentro Shomurodov, Pavoletti e Jankto. I nostri cambi davanti nel finale sono stati Pietro Pellegri (che non ha lasciato il segno) e Simone Verdi, entrato all'89' per Sanabria. Pellegri è arrivato al Toro a gennaio del 2022 ed era una scommessa con grande potenzialità ma pconstanti problemi muscolari. Fa pensate quanto detto da Juric prima del match: "Come sta Pellegri? Nì, siamo alle solite. Non riesce ad allenarsi con continuità, la situazione è neutrale. Non riesce a fare quello che io mi aspetto anche se si allena con continuità". A fine partita si è tenuto un summit allo stadio tra Urbano Cairo, Vagnati, i loro più stretti collaboratori e capitan Ricardo Rodriguez. Le parole di Cairo post Torino Cagliari sono state "Credo rimangano tutti i giocatori, e non è poco. Non ho mai voluto venderli. Contro il Cagliari è stata dura, faceva davvero tanto caldo, ma a San Siro mi aspetto un Toro pimpante". Juric ha chiesto però rinforzi: "Numericamente mancano due sulle fasce e uno in avanti. Questo è il discorso numerico, poi se si vuole fare salto di qualità si devono fare altri discorsi. Spero che Schuurs rimanga e che possiamo mantenere la nostra base".

Intanto Singo è stato ceduto al Monaco per 10 milioni. La sua cessione era pressoché obbligata, anche perché a gennaio lo avremmo perso a parametro zero. Oggi Valentio Lazaro è tornato al Toro a titolo definitivo per 4 milioni + 10% sulla futura rivendita. Su Lazaro c'è qualche piccolo dubbio sulla tenuta fisica, ma l'anno scorso fino all'infortunio è stato di gran lunga il migliore tra i laterali (rispetto ad Aina, Singo e Vojvoda). Con il suo arrivo mancano ancora un esterno e un trequartista/seconda punta. Nelle intenzioni della dirigenza granata ci sarebbe infatti spazio per un "quinto" di centrocampo, un giovane di prospettiva, magari quel "giovane Ansaldi" richiesto da Juric per la corsia di sinistra. E poi per un trequartista/seconda punta. Le speranze ricadono sempre su uno tra Praet e Miranchuk, anche sei si fanno altri nomi (come Barrow), ma prima occorre definire un paio di uscite: Verdi (interesse del Como) e Bayeye (Ternana) sul taccuino.

Molto improbabile Seck, visto quanto detto dal mister prima della partita. Rispetto agli anni passati va in ogni caso evidenziato che, per ora, abbiamo la rosa completamente di proprietà. E non è roba da poco. Poi si possono fare tutte le critiche che si vuole, ma è sempre necessario guardare al contesto con razionalità ed equilibrio. Infatti, facendo due conti a spanne (perdonate le sicure inesattezze), nel 2023 sul fronte entrate ci sono gli incassi per Bremer 13,4, Singo 10, Lukic 9,8, Izzo 3 Kone 1 Warming 0,7. Totale 37,9. A cui bisognerà aggiungere l'eventuale incasso per Verdi più il possibile prestito oneroso per Bayeye o altri. Sul fronte uscite: 7 Bellanova, 4 Lazaro, 1,4 Tameze, 10 Vlasic + Ilic 15,7 che verrà pagato agli inizi del '24. Totale circa 38,1 a cui si aggiungeranno eventuali costi per i due possibili altri ingressi (almeno 3/4 milioni). Tutto questo senza dimenticare il tema ingaggi, che impatta non poco sul conto economico. Le parole di Jurić, pre Torino Cagliari sono state molto nette: "Noi vogliamo continuare sull'onda dei 50-53 punti, cercando di migliorarci. Ma il distacco dalle prime 8 è aumentato con il #calciomercato, hanno altre possibilità. Ma noi dobbiamo pensare a noi, a migliorarci e crescere". "Tutto quello che ho fatto qui è stato a fin di bene. Se all'inizio non avessi lottato e litigato ora non saremmo qui. Io non chiedo nulla, la volontà di fare qualcosa in più deve arrivare dalla società. Sta a loro". Sulla carta ci sono otto squadre migliori di noi. Ma noi abbiamo diversi giovani di qualità destinati a crescere tantissimo: Ricci, Ilic, Buongiorno, Schuurs, Bellanova e, speriamo, il "giovane Ansaldi". E ora, occhi puntati sul mercato e sulla difficile sfida di sabato a San Siro con i rossoneri.

Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.

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