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Torino-Bologna: l’analisi tattica del match analyst

TURIN, ITALY - DECEMBER 20: Andrea Poli of Bologna tackles Andrea Belotti of Torino  during the Serie A match between Torino FC and Bologna FC at Stadio Olimpico di Torino on December 20, 2020 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

L’analisi tattica / Torna la rubrica di Dario Biasiolo: ecco alcune indicazioni tecnico-tattiche provenienti dall’ultima gara disputata dai granata

Dario Biasiolo

Il gioco di impostazione e finalizzazione del Torino contro il Bologna è stato più interessante di altre volte: i lanci con difesa schierata e palla persa sono stati pochi, invece quelli precisi sulla testa di un compagno sono stati una decina. Anche se solo Belotti cerca sempre di anticipare i difensori avversari: per questo motivo i tre difensori hanno più spesso cercato il passaggio via terra. Lyanco e Bremer hanno imbucato parecchio, anche se devono osare di più la verticalizzazione. A tal proposito alcuni centrocampisti devono cercare di non posizionarsi sulla linea di passaggio tra il difensore e la punta o il trequartista. Lukic e Belotti sono i giocatori che si sono smarcati di più per ricevere l’imbucata, mentre Izzo, Bonazzoli (anche se ha giocato solo 27 minuti) e Belotti sono i giocatori che hanno attaccato di più lo spazio. Ma il dato interessante di questa partita è che tutti i giocatori hanno provato a farsi trovare smarcati nelle diverse zone di campo, questo consente imprevedibilità e maggiore difficoltà nella marcatura da parte degli avversari.

Per esempio Belotti, oltre a ricevere addosso e ad attaccare lo spazio, è anche il giocatore che più di tutti ha mandato un compagno in profondità. I dati in mio possesso denotano però poca pericolosità in prossimità dell’area di rigore avversaria e questo è dovuto al fatto che ancora tanti sono gli errori che non consentono di aumentare considerevolmente il numero di azioni pericolose, cioè quelle che devono concludersi con un tiro in porta: ben 29 sono stati i passaggi intercettati o calciati in zone senza compagni (con la Roma sono stati 21), 20 gli errori squisitamente tecnici e altre 20 volte è mancato lo smarcamento o l’attacco alla profondità. Questi errori, se commessi in prossimità dell’area, vanificano una buona azione che poteva concludersi con un tiro.

Riguardo lo smarcamento giocatori veloci, tecnici e con buona visione di gioco come Lukic, Verdi e Belotti devono assolutamente fare di più. Per esempio, Lukic non taglia mai in fascia per cercare di aprire le difese, Belotti deve venire più incontro quando si è centralmente sulla trequarti avversaria, invece di rimanere profondo e aspettare principalmente i cross (oltretutto difficili da chiudere perché essendo l’unico saltatore ha sempre due-tre avversari addosso). E Verdi, giocatore a cui non manca nulla tecnicamente, deve sempre essere al centro della manovra offensiva, svariare su tutto il fronte d’attacco, e avere come riferimento Belotti, bravo a tenere palla e quindi a dialogare con lui. Discorso Linetty: in fase di costruzione e soprattutto di finalizzazione dal punto di vista tattico non sbaglia niente, è sempre smarcato, tocca tanti palloni, ma deve essere più attento alle giocate perché spesso sbaglia il passaggio per troppa precipitazione, tenendo conto anche del fatto che corre tantissimo e quindi viene a mancare la lucidità. Per questo deve pazientare di più e cercare la giocata facile.

Apro una parentesi riguardo al gioco sulle fasce: attenzione, vi siete mai chiesti come mai persino le squadre di altissimo livello con giocatori in fascia forti nell’1 contro 1 hanno sempre un compagno che gli taglia davanti, un compagno per l’uno-due o pronto a inserirsi nello spazio creato dal taglio? Le squadre più forti creano densità in zona palla, cioè portano in quella zona 2-3 giocatori che fanno movimento di smarcamento per aprire le difese ermetiche (le difese degli allenatori italiani prevedono non solo i raddoppi sistematici ma addirittura le difese a 6 giocatori). Il Torino non ha giocatori con il dribbling facile, eppure quando si è in fascia, non si crea mai densità e la maggior parte dei palloni vengono persi, o si crossa dalla trequarti col traversone che viene ribattuto, oppure si scarica e si ritorna in difesa. In questa squadra l’unico che taglia in fascia è Verdi ma nessuna punta viene incontro o nessun centrocampista si inserisce. Singo ad esempio è uno che ama sfruttare l’eventuale taglio per convergere ma poi spesso dribbla e perde palla. Questa è una situazione sulla quale si deve lavorare moltissimo perché potrebbe dare grandi soluzioni offensive.

Per quanto invece riguarda la fase difensiva, contro il Bologna ho notato degli assoluti miglioramenti, basta pensare che nel primo tempo c’è stato un solo tiro pericoloso (traversa) per un controllo errato. Però la situazione assolutamente da migliorare al più presto è il dai e vai avversario: su questa azione, quando il portatore palla gioca in avanti e si ripropone, il giocatore del Torino sul quale era uscito spesso non lo segue e lo perde: con la Roma è successo tredici volte, con il Bologna sedici volte! E spesso sono situazioni che sono costati dei gol. Molto meglio si è fatto nella lettura della palla scoperta e quindi la difesa che scappa. Altra cosa su cui lavorare molto è la marcatura tra le linee: alcuni giocatori che erano migliorati in questo con la Roma hanno sbagliato di nuovo con il Bologna, non uscendo sull’avversario per l’anticipo diretto o per non farlo girare. Purtroppo anche l’eventuale scarico è comunque un problema perché come dicevo poi si tende a perdere l’avversario nel dai e vai.

Allenatore da più di 30 anni con un passato al Torino FC da allenatore in seconda e preparatore atletico e il ricordo indelebile della promozione in A nel giugno 2005 con Zaccarelli e Pigino, alterno tutti i giorni campo, videoanalisi e ancora campo per potenziare le qualità di ogni giocatore e lavorare sulle situazioni non ancora assimilate. Il calcio va studiato con gli strumenti giusti e tutto diventa più chiaro e più semplice.