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Cronaca di un fallimento annunciato

L'Editoriale / Mentre società e squadra giocano allo scaricabarile, quella del Torino di Giampaolo è già la storia di un progetto fallito sul nascere

Nicolò Muggianu

Dov'è finito il Toro? Se per molti quella contro l'Udinese doveva essere la partita che avrebbe potuto dare la svolta alla stagione del Torino, all'Olimpico la squadra di Giampaolo ha dovuto specchiarsi ancora una volta con le proprie fragilità. Una partita che non solo ha portato all'ennesima sconfitta di Belotti (uno dei pochi a salvare la faccia insieme a Bonazzoli) e compagni, ma che ha altresì fatto registrare un evidente passo indietro dal punto di vista del gioco. Già perché se nelle precedenti uscite - derby compreso - il Toro aveva potuto "salvare la faccia" aggrappandosi a (pochi) sprazzi di bel gioco, contro l'Udinese i granata hanno rinunciato completamente a giocare per oltre un'ora, per poi reagire di pancia nei centoventi secondi compresi tra il 21' ed il 22' della ripresa. Una reazione che non è però bastata alla squadra di Giampaolo per portare a casa punti e che ha anzi contribuito a rendere ancor più amara una debacle ormai annunciata.

Un match che ha dato per l'ennesima volta la conferma che quello targato Giampaolo sia semplicemente un progetto giusto, ma intrapreso al momento sbagliato. Un progetto messo in piedi senza la pianificazione necessaria, in maniera approssimativa e confusionaria. Anche per questo non stupiscono le parole del presidente Cairo, che nel post partita ha difeso il suo tecnico scaricando l'intero peso delle responsabilità sulla squadra. Perché sconfessare la scelta di Giampaolo - al quale il Torino per altro ha fatto firmare due anni di contratto a cifre importanti - da parte della società significherebbe sconfessare sé stessa e ammettere quello che ad oggi pare essere a tutti gli effetti un fallimento annunciato.

Ora per la società sarebbe piuttosto il caso di iniziare a pensare a una soluzione. Un rimedio per la perdita di valore e di valori in una squadra che poco più di un anno fa (era il settembre 2019) batteva l'Atalanta, anche con un pizzico di fortuna, mostrando quei canini e quel furore agonistico che oggi sembrano essersi definitivamente sciolti come neve al sole. E così succede che ci si trovi davanti gli stessi protagonisti di quelle foto - all'epoca emblema del carattere-Toro - ridere più o meno convintamente al termine dell'ennesima brutta figura.

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