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Giardina (Il Giornale di Sicilia): “Palermo non al top, il Toro si è indebolito”

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In vista della partita di questa sera contro il Palermo abbiamo fatto una chiacchierata con chi conosce molto bene l'ambiente rosanero

Gianluca Sartori

In vista del match di questa sera, in cui il Torino ospiterà il Palermo per i trentaduesimi di Coppa Italia, abbiamo fatto una chiacchierata con chi conosce molto bene l'ambiente rosanero. Si tratta di Benedetto Giardina, giornalista del Giornale di Sicilia. Queste le sue dichiarazioni:

Che Palermo hai visto contro la Reggiana e che squadra deve aspettarsi il Torino?

"Non è il Palermo brillante dei playoff. Deve ancora rodarsi e togliere un po' di ruggine, soprattutto contando che la preparazione è stata fatta sotto 40 gradi proprio qui a Palermo, nonostante si cercasse di allenarsi di sera o nel tardo pomeriggio. Il caldo è stato pagato molto già nell'amichevole con il Pisa. La squadra non è quindi al top della forma, ma del gruppo fanno parte sostanzialmente gli stessi dell'anno scorso ed è questo il punto di forza del Palermo. Poi c'è Brunori: da 7 mesi vede la porta come nessuno e fa paura per come riesce a segnare in ogni modo. E' un attaccante completo e con la Reggiana ne ha dato prova".

Quanto incide la querelle delle dimissioni di allenatore e direttore sportivo sul momento della squadra? Chi pensi sia il favorito per sedersi sulla panchina rosanero?

"Le dimissioni incidono perché la squadra era legatissima a Baldini. La vittoria dei playoff è merito suo: il salto di qualità mentale che ha permesso al Palermo di vincere l'ha fatto fare lui. In regular season la squadra non sembrava neanche una squadra che potesse pensare alla promozione, ma sfruttando poi anche l'entusiasmo della piazza, c'è stata la svolta mentale: lì il merito è di Baldini. Si sta quindi affrontando una fase di ristrutturazione mentale per il dopo Baldini. Sinceramente non so chi sia il favorito per sostituirlo in panchina. Tanti qui hanno feedback positivi per Corini, perché è una bandiera di questa squadra ed in B ha fatto bene, ma bisogna anche vedere a Manchester cosa vogliono fare".

Si è parlato molto del passaggio di proprietà. Cosa vuole fare col Palermo, secondo te, il nuovo gruppo al comando? Perché possono aver scelto di investire nel Palermo e non, ad esempio, nel Torino?

"L'unica risposta che ho saputo darmi è che il Palermo è una società con debiti quasi pari a zero. Per il City Football Club questa è una situazione di sicurezza. Se c'è una cosa che il gruppo ha qui è il tempo per decidere quanto e come investire. L'investimento non è rendere il Palermo una corazzata, ma consolidarsi in B per poi progressivamente diventare una squadra da A. Il Palermo non è per questo la piazza ideale, perché qui si vuole tornare in Serie A subito, ma la società è sana, nuova ed ha ottenuto risultati. Palermo per questo era appetibile. A Torino invece, non puoi solo investire e rafforzare, ma devi tappare qualche falla, cosa che a Palermo non c'è. Per questo hanno investito qui".

Come ti pare la situazione del Torino da fuori?

"Sembra simile a quella degli ultimi anni ma con qualche elemento in meno. Quando perdi Belotti non puoi considerarti una squadra rinforzata rispetto all'anno precedente. Se poi perdi anche Pobega, Brekalo e Bremer, e non li rimpiazzi, da fuori dai l'impressione che la squadra si sia indebolita. Quando perdi tanti elementi devi dare segnali, ma non lo stai facendo. Manca comunque un mese alla fine del mercato e Juric vuole rinforzi. L'anno scorso è stato parzialmente accontentato ed è venuto fuori un bel Torino, ma, al momento, ai granata manca la spinta in più di quelli che se ne sono andati. Ad oggi è una squadra che chiaramente si è indebolita".

Pensi che una lite come quella tra Vagnati e Juric sia insanabile o dai credito alla spiegazione diramata dal Dt granata?

"Ai tempi di Zamparini scene simili se ne sono viste tante, forse anche peggiori. Dipende tutto dalle personalità dei due. Se questa tensione nasce e finisce per il bene del Torino, allora si può sanare, se invece uno vuole lavorare contro l'altro allora tutto è più difficile. Se dietro alla rabbia c'è mancanza di fiducia è difficile far rientrare una crisi simile. Juric è uno che non le manda a dire, ma mi sembra un tipo di lite brutta che fa notizia ma non mi sembra insanabile. Anzi, per Juric è il miglior modo di reagire migliore con una situazione di squadra e mercato del genere".

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