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Decameron granata – Derby indimenticabili: “Quel giorno capii cosa significa essere del Toro”

TURIN, ITALY - APRIL 26:  Torino FC head coach Giampiero Ventura (C) with his players celebrates the victory at the end of the Serie A match between Torino FC and Juventus FC at Stadio Olimpico di Torino on April 26, 2015 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

L’iniziativa / L'ottava puntata della nostra raccolta di novelle tra i lettori

Redazione Toro News

"Cosa narra il Decameron? Narra di un gruppo di giovani che per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera che in quel periodo imperversava nella città, e che a turno si raccontano delle novelle di varie tematiche. Sull’idea di Giovanni Boccaccio vorremmo strutturare qualcosa di simile insieme a voi. Il Decreto #iorestoacasa ci costringerà giustamente a rimanere nelle nostre abitazioni fino al 3 aprile. E allora perché non sforzarci con la memoria e provare a ricostruire alcuni nostri frammenti di vita rigorosamente granata. Momenti che giacciono nella nostra testa, ma potrebbero tenere compagnia e regalare emozioni ad altri “colleghi di fede”. Come Toro News, vorremmo creare un casolare virtuale granata, sull’esempio di Boccaccio, così come le storie che vorremmo che voi condivideste con noi e con tutti gli altri “fratelli” del Torino. Un modo per tenerci impegnati e per liberarci per qualche momento dei cattivi pensieri. Continuiamo dunque con l' ottava giornata di novelle e il tema sono i derby indimenticabili.

"MANDA LA TUA NOVELLA GRANATA A redazione@toronews. net

https://www.toronews.net/mondo-granata/decameron-granata-il-vostro-derby-indimenticabile-al-via-il-secondo-tema/

26 aprile 2015. E' una data scolpita nella mia mente che nessuno mi potrà mai portare via. Mi ricordo ogni cosa di quella fantastica giornata. Come ogni domenica, tutta la famiglia era riunita a pranzo dai miei nonni: a tavola gli argomenti di discussione erano gli stessi da sempre, ma la mia testa in quel momento viaggiava altrove. Fantasticavo nella mia mente la partita che si sarebbe svolta poche ore dopo, cercando di indovinare la formazione che Ventura avrebbe schierato titolare; tenevo particolarmente a quel derby, rappresentava per noi del Toro una sorta di rivincita dopo la cocente beffa dell'andata, quando Pirlo ci beffò all'ultimo secondo. Ero scoppiato in lacrime con mio fratello e mio padre, granata fino al midollo pure lui, tentava inutilmente di consolarci. Adesso era giunto il momento di battere i gobbi, e nell'aria si respirava un'atmosfera diversa, come se questa volta potessimo davvero farcela. Alle 15 il divano del salotto era spaccato in due: da una parte io, mio fratello e mio padre con le bandiere granata, dall'altra mio zio e mio cugino con le magliette bianconere. Furono due ore di fuoco, un'altalena di emozioni che mi sono rimaste impresse sulla pelle. Pirlo la sblocca con una pennellata su punizione che manda in estasi mio cugino e mio zio, che saltano in piedi esultando e iniziando a "sfotterci" dicendoci che sarebbe finita come ogni anno. Poi al 44': Quagliarella salta Bonucci in area e tocca indietro per Darmian, controllo non eccezionale  stoccata vincente che trafigge Buffon. Io e mio fratello schizziamo in piedi e ci abbracciamo, si va al riposo sul punteggio di 1-1. Ad inizio ripresa Pirlo, ancora su punizione, coglie il palo facendoci correre un brivido lungo la schiena. Pochi minuti più tardi, al 57', El Kaddouri vince un contrasto con Vidal e  allarga per Darmian, che a sua volta la mette in mezzo rasoterra per l'accorrente Quagliarella che la spinge in rete facendo scoppiare il manicomio più totale a casa dei miei nonni; in quel momento mi rendo conto che è la prima volta che vedo il Toro in vantaggio sulla Juve, l'adrenalina mi riempie il corpo, ma resto concentrato come se fossi io in campo a difendere il vantaggio. Passano poi 30, interminabili minuti: i pali ci salvano per altre due volte e all'88' sembra materializzarsi davanti ai nostri occhi l'ennesima beffa: Pirlo mette in area un cross al bacio e Sturaro colpisce di testa da pochi metri: chiudo gli occhi, non ci posso credere, ce l'hanno fatta anche stavolta. Ma sento mio padre esultare come se il Toro avesse segnato, apro gli occhi e vedo il replay del miracolo di Padelli: in quel momento capii che l'avremmo portata a casa, stavolta eravamo noi ad avere la fortuna dalla propria parte. Vissi i 4 minuti di recupero con il fiato sospeso, e al triplice fischio ci liberammo con un'esultanza particolarmente agitata; ero in estasi nel vedere per la prima volta i miei beniamini battere la Juve. Mi ricordo che mio nonno, per la confusone, venne in sala per vedere cosa fosse successo. E gli spiegammo che il Toro aveva vinto, che noi avevamo vinto. Quel giorno capii cosa significa essere del Toro: soffrire e patire per una vita intera aspettando una vittoria che, quando finalmente arriva, ci riempie di orgoglio e soddisfazione.

Pietro Galliano

Voglio raccontarvi il mio “doppio” Derby indimenticabile, doppio perché ho due fratelli (uno maggiore e uno minore) tifosi della Juventus.

Premetto che abito in un palazzo familiare di due piani, e per diversi anni per motivi di lavoro, ci ha vissuto in affitto la famiglia Torrisi, padre madre e due figli Salvatore e Fortunato.

Avete capito qual è il mio Derby indimenticabile?

27 marzo 1983, nella nostra stanzetta, ascoltavamo alla radio: “Tutto il calcio minuto per minuto” unico mezzo per seguire le partite in tempo reale, e spizzicare la schedina del totocalcio; di solito la prima voce a cui era affidata la partita di cartello era quella di Enrico Ameri (quanti ricordi) e quella domenica era al Comunale di Torino dove si giocava il nostro derby.

Ricordo che ad inizio secondo tempo grazie ad un rigore segnato da Platinì eravamo sotto 2-0, (ed io ero sotto-coperta nel mio lettino) ma in cuor mio speravo in una rimonta. Quando Dossena ha segnato il goal del 2-1, ho rialzato timidamente gli occhi da terra, lanciando uno sguardo di sfida ai miei fratelli, e nemmeno un minuto dopo, al pareggio di Bonesso, esultando come al solito (e anche più), ho gridato in faccia a Giovanni e Davide ( i miei fratelli) testualmente: “ e adesso vi facciamo pure il terzo”.

Il tempo di sedermi sul mio letto, che il mitico Ameri interrompe gridando: «Attenzione TORINO in vantaggio, terza rete del Torino, Torrisi al volo …. »

Non ho capito più niente, nel frattempo è entrata nostra madre chiedendoci cosa stesse succedendo, il perché di quelle grida vedendomi un poco alterato e fuori di me, al che gli ho fatto ascoltare con la mano sul mio petto come mi stesse battendo il cuore (forse 200 battiti al minuto ?), rischiando di far venire a lei un infarto.

Il “mio” Fortunato Torrisi, ci ha portato in vantaggio e ci ha fatto vincere il Derby indimenticabile per me e credo per molti altri cuori granata.

Con infinito “tremendismo granata”, sempre e comunque FORZA TORO.

Un saluto a tutti

Antonio S.

Piccolo preambolo: una settimana prima avevo compiuto 12 anni. Lunedì 17 ottobre, tardo pomeriggio, mio fratello, più grande di me di 6 anni entra in casa e mi porge un rettangolino di carta: "Questo e' per il tuo compleanno!". Io incuriosito prendo quel rettangolino e.. Non posso credere a quello che leggo: Torino J... (non riesco a scriverlo), Curva Maratona ridotti! Non riesco a proferire parola, Mia madre, sempre contraria a che andassi allo stadio per via di eventuali rischi, mi guarda e dice: "Ringrazia tuo fratello, ma io non sono così convinta…". Mio padre invece, sempre di poche parole ma di gran cuore, mi fissò e capii dal suo sguardo che era orgoglioso per questo mio "battesimo". A dir la verità allo stadio c'ero gà stato 3 volte, ma mai in Maratona: una eliminazione dagli ottavi UEFA ai rigori, una sconfitta 0-1 e una finale di Coppa Italia persa entrambe con l'Inter...

La settimana sembrò infinita, finché arriva la domenica mattina: partenza da casa alle 11.30, anche se la partita iniziava alle 15 (si', cari granata under 40, allora si faceva cosi' anzi si doveva fare cosi', arrivare allo stadio almeno 2 ore prima, figuriamoci al derby…). Due autobus, arrivo allo stadio: eccola li' la curva Maratona, un mare di gente in attesa di entrare. Finalmente entriamo, ci facciamo largo in qualche modo e …. Sono in curva Maratona! Mancano 2 ore ma è già strapiena, i cori si susseguono incessanti. Vengo incuriosito da un immenso intreccio di corde che va da una parte all' altra della pista di atletica davanti alla curva, chiedo a mio fratello e lui risponde: "Aspetta e vedrai…". Poi lo speaker annuncia le formazioni, lo stadio ribolle, quelli di la' esibiscono una scialba coreografia di palloncini chiaroscuri, ma fanno qualcosa almeno: noi niente? Eppure stanno per entrare in campo le squadre e la tanto famosa Maratona e' in silenzio, non puo' essere! Poi vidi un omone coi baffi a bordo campo (che poi scoprii essere il mitico Cucciolo, un nome una leggenda), fare un semplice gesto, alzare le mani…. La curva esplose in un boato assordante, quelli che eran semplici intrecci di corde si trasformarono in uno spettacolo teatrale indimenticabile! Due enormi tori rampanti granata in campo bianco si alzarono alti più del cielo, il silenzio di prima ora era un unico coro vibrante. Mio fratello con fare orgoglioso e ironico mi dice: "Visto? Bastava aspettare…"

La partita inizia, primo tempo combattuto ma nulla di fatto, finchè al 60' noi attacchiamo e su un cross da sinistra la palla arriva sul piede di Dossena che insacca al volo dal limite…. GOOOL! La curva esplode, io urlo e vengo abbracciato da una signora di mezza eta' che mi stringe per la gioia ma forse anche per tenermi in piedi e mi urla: "GOOOOL CIT, A L' E' GOOOL! ". Stiamo vincendo ma e' ancora lunga. Piccola parentesi, io per scaramanzia non avevo visto neanche una azione di "quelli là", alzavo gli occhi solo quando, in base al ruggito della curva, capivo che il pallone ce l' avevamo noi, salvo riabbassarli quando lo perdevamo. Fino ad allora aveva funzionato, poi non so perchè al 68' continuai a guardare il gioco, cross verso la nostra area, stacco di Cabrini..rete! Mi sentii distrutto, visti anche i miei precedenti allo stadio: "E' colpa mia, non dovevo guardare, e' colpa mia!". Dovevo rimediare, mi misi a tifare ancora di piu' e al 75' attacchiamo sempre sulla sinistra, il pallone arriva sul fondo, mischia in area, Spadino Selvaggi spunta dal nulla e la infila sotto la Maratona… GOOOOOOOOOOLLLL!

Mi sento come dentro una lavatrice durante la centrifuga! Quando torna la calma, mio fratello che era davanti a me ora e' 3 gradoni piu' sotto, la signora di mezza eta' di prima ora e' 3 gradoni sopra e io…. Sono il re del mondo! La partita finisce, la Maratona e' in estasi, tutti si abbracciano e gioiscono. Dopo non ricordo piu' nulla, ero talmente euforico, stanco, senza voce che passai il tempo come in sogno: la mia prima volta in Maratona (quella vera…), il mio primo derby allo stadio, per giunta vinto! Tutto il resto non contava niente.

A distanza di anni ricordo tutto come fosse ieri, spesso mi ritrovo a ripensare a quel  giorno, il primo di una lunghissima serie allo stadio, in curva e anche se il presente non e' cosi' bello sia come risultati che come "vita da stadio "mi fa rivivere momenti indimenticabili e oggi che, da quasi 10 anni, mio fratello tifa da lassù e che  io comunque ne ho passati molti altri di felici grazie al cielo, questo che ho raccontato lo ricordo come il più bel regalo di compleanno che abbia mai ricevuto. FVCG SEMPRE E COMUNQUE CONTRO TUTTO E TUTTI!

Cristiano Lionello

"Continuate a mandarci le vostre novelle sulla mail redazionale (redazione@toronews.net) e, ricordatevi, l'argomento della prima settimana riguarda la vostra prima volta allo stadio. Non dimenticate di firmare l'email e soprattutto continuate a farci sognare e svagare in questo momento complicato per l'intero paese.