Tutto il resto è noia (Del Giudice - Califano)
Lasciarci le penne
Le amichevoli estive e la noia del Califfo
Franco Califano
Album Tutto il resto è noia (1977) - Ricordi
Sì, d'accordo ma poi...
Per un attimo Franco Califano sceglie di lasciarti in bilico, sul ciglio del precipizio, a gustare l'emozione di quel "non ancora detto". Del resto, lui se ne intendeva di emozioni.
In Tutto il resto è noia, forse la sua canzone più iconica, racconta una storia d'amore in pochi, significativi passaggi: l'incontro, il primo bacio, la notte d'amore e l'amara routine dei giorni.
E intercala ognuno di questi momenti con quel Sì, d'accordo ma poi... , destinato a spiazzare l'ascoltatore che si aspetta lo scontato lieto fine.
Invece, eccoti il cazzotto allo stomaco, quello che non ti aspetti: Tutto il resto è noia, no, non ho detto gioia, ma noia, noia, noia..., e te lo dice con quella voce rauca e graffiata che fa sentire tutto il malessere della sua vita agitata.
Qualche giorno fa mi è capitato di assistere al finale della partita amichevole tra il Toro e il Mlada Boleslav, squadra ceca di cui, fino a quel momento, ignoravo perfino l'esistenza.
Dopo un paio di minuti di quello spettacolo e dopo aver assistito all'ennesimo fraseggio in orizzontale, mi è tornata alla mente la voce del Califfo che borbottava pensoso: Sì, d'accordo ma poi... E a me è venuto da urlargli la mia conferma: Tutto il resto è noia!
Mi chiedo perché le amichevoli estive siano diventate tutte ugualmente barbose e uguali a loro stesse: giocate annoiate e accaldate di calciatori accaldati e annoiati, davanti a pochi spettatori anche loro accaldati e annoiati. Lo scorso 19 luglio, a Perg, l'unico che sembrava divertirsi era l'arbitro.
Non mi spiego perché anni fa si riuscisse ad organizzare tornei pieni di partite vere e di pubblico, altro che fraseggi in orizzontale...
Ve lo ricordate il Torneo di Saint-Vincent? Squadre prestigiose in prevalenza italiane, agonismo alle stelle, un sacco di gente; quando vincevi eri contento e se perdevi ti giravano a manetta, proprio come dovrebbe essere alla fine di una partita di calcio.
Nell'agosto del 1990 la Maratona itinerante assistette a un'epica finale contro la Fiorentina, decisa da un goal capolavoro di Martin Vazquez, proprio allo scadere: lo spagnolo superò un paio di avversari, il secondo con un sombrero, poi, quasi sulla linea di fondo campo, fece partire una palombella morbida da posizione defilata che scavalcò il portiere, sfidando le leggi della fisica, e andò a spegnersi nell'angolino opposto.
Il boato che ne seguì fu da partita autentica, anzi da vera finale, una di quelle che allora affrontavamo spesso e che, per i tifosi sotto i vent'anni, apparteneva al genere di quelle strane partite che si giocano alla fine di un torneo ad eliminazione diretta, quando di squadre, da tante che erano all'inizio, ne restano solo due (so che può sembrare impossibile, ma all'epoca le giocavamo davvero, non era tradizione consolidata farsi eliminare agli ottavi da qualche squadra milanese...).
Ripenso a quel goal, mentre assisto ai fraseggi in orizzontale di Toro - Mlada Boleslav, per carità, fraseggi ben giocati, precisi, ma all'ennesimo lancio lungo, pulito, ben effettuato, una voce rauca e graffiata comincia a sussurrarmi all'orecchio: Sì, d'accordo, ma poi...
Alla prossima tediosa amichevole, se volete salvarvi umore e serata, il consiglio è riscoprire le canzoni di Califano e recuperare la giocata di Rafa che ho ricordato sopra: entrambi eccellenti antidoti alla maledetta noia.
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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