L'attesa
Lasciarci le penne
Quella volta che comprammo Maradona: l’attesa del Signor G
Giorgio Gaber
Anni affollati (1981) - Carosello
Giorgio Gaber e il suo coautore Sandro Luporini sapevano vivisezionare l'animo.
Ogni espressione, ogni respiro veniva sondato nei dettagli, per restituirci un quadro sconsolato e reale del nostro io.
Diedero vita al Teatro Canzone, forma artisticamente ibrida, al confine tra la rappresentazione teatrale e il concerto, basata sulla voce e sul talento interpretativo dell'inimitabile Signor G.
L'attesa è una delle perle contenute in Anni affollati, la riflessione che il cantautore dedica al decennio precedente, quello vitale e terrificante degli anni Settanta, e al riflusso seguìto a quelle dinamiche forsennate e devastanti.
L'attesa è il momento che accoglie la speranza e il nulla, che ha bisogno di silenzio per farci ascoltare, come dice l'autore, il suono della fine o di un neorinascimento.
In questi giorni di giugno avanzato, nel letargo del calcio, viviamo l'attesa della nuova stagione:
come tutte le attese, è piena delle grandi speranze di quando tutto è possibile.
La strana eccitazione dei fragili colpi di mercato immaginati e prospettati, dei quali abbiamo contemporaneamente la consapevolezza dell'infondatezza e la certezza dell'utopia, ci permette di sognare, alla faccia della rassegnazione delle aspettative destinate a non compiersi, degli acquisti deludenti, delle dichiarazioni roboanti.
Questo è l'unico tempo calcistico che consente di volare in alto. L'estate è fatta per i grandi traguardi; poi, tanto, bastano poche giornate per ritornare in terra.
Ma è bello godersi questo presagio in cui c'è un'aria stranamente tesa e si guarda al futuro con la curiosa sensazione di aver toccato il fondo: cheimporta se le voci di mercato, che in questi giorni ci inebriano, sono una montagna di menzogne?
Nel 1982, durante i Mondiali di Spagna, ero in vacanza in una sperduta località montana e un pomeriggiosi sparse la voce che avevamo acquistato Schachner. C'era un sacco di gente del Toro: in un attimo tutti parlavano dell'austriaco e, come i colleghi di Fantozzi durante la proiezione della Corazzata Kotiomkin, aggiungevano dettagli inventati di sana pianta.
La mattina dopo mi piazzai all'alba davanti all'unica edicola, in attesa dell'arrivo dei quotidiani.
Con me c'era buona parte dei villeggianti granata, che avevano fatto la levataccia per essere i primi a leggere nero su bianco la Notizia: tutti esaltati all'idea di quello che sarebbe stato il nostro supercolpo di mercato, pronosticavamo un'annata trionfale.
Invece i giornali arrivarono e parlarono di tutt'altro; il bomber baffuto si era ben guardato dal firmare e quell'anno non arrivò.
Ritornai scornato con la mia sgualcita delusione sotto il braccio, triste araldo di un evento irrealizzato.
Un paio di anni dopo, qualche bene informato azzardò l'inconcepibile e rivelò che il Toro era interessato a Maradona, che a quei tempi era ancora al Barcellona, e che l'affare si sarebbe potutoconcludere grazie all'intervento di uno sponsor danaroso: anche quella volta, per un momento, ci cascammo tutti e fu magnifico.
Io, da allora, aspetto i mesi caldi per riempirmi di illusioni.
Il mondo nascente è un po'artista, dice Gaber, mentre la realtà èconformista, direbbe lui.
Godiamoci questi giorni, dunque. E non lamentiamoci delle voci che si rincorrono.
Io spero che anche quest'anno le sparino grosse, incredibili e fracassone come le raffiche finali dei fuochi di San Giovanni: le preferisco di molto alle ufficialità, il più delle voltespenteedeludenti come miccette bagnate.
Godiamoci questa pirotecnica aria stranamente tesa,che smette di soffiare fin troppo presto.
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
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