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Norcia, ecco i primi bilanci

 

di Edoardo Blandino

È passata una settimana da quando il Torino ha raggiunto Norcia e oggi i giocatori hanno ottenuto un po’ di meritato riposo. Si sa, dopo appena...

Edoardo Blandino

di Edoardo Blandino

È passata una settimana da quando il Torino ha raggiunto Norcia e oggi i giocatori hanno ottenuto un po’ di meritato riposo. Si sa, dopo appena pochi giorni di preparazione c’è ancora grande entusiasmo intorno alla squadra, si spera sempre in un’annata positiva, ma quest’anno si respira davvero un’atmosfera diversa. Mentre le scorse stagioni si fantasticava su quale posizione avrebbe raggiunto il Toro, oggi si mantiene un basso profilo. Nessuno ricerca proclami altisonanti. Attorno ai granata c’è finalmente un po’ di ottimismo. Dopo i regni dei vari direttori sportivi adesso con Petrachi sembra davvero che qualcosa sia cambiato. Rispetto a Folgaria è cambiata tutta la società: dal DS all’allenatore, dal medico sociale al team manager. Insomma, nulla è rimasto uguale a prima. E forse è proprio per questo che l’atteggiamento dei tifosi è cambiato. Ci si rende davvero conto di essere ad un nuovo Anno Zero. Ora c’è la possibilità di ricostruire e ci sono le persone adatte per un disegno simile. Poi, ovviamente, l’ultima parola spetta al campo. Ma nulla appare impossibile. La dirigenza ha subito messo le cose in chiaro anche per quanto riguarda gli allenamenti: chi fa parte del progetto lavora sul campo principale, insieme ai compagni e all’allenatore, davanti agli occhi di tifosi e giornalisti. Chi, invece, non rientra nei piani societari è costretto ad allenarsi su un campo diverso.

In questi primi giorni di lavoro si è già vista molta differenza rispetto ai ritiri precedenti. Anche l’approccio di Lerda con i giocatori è diverso se comparato a quello dei suoi predecessori: Novellino e Colantuono erano autoritari, il tecnico nato a Fossano è decisamente autorevole. Riesce ad essere vicino ai suoi giocatori, ma allo stesso tempo rimane a quella distanza necessaria per mantenere la leadership del gruppo. Il nuovo mister parla molto con i giocatori, spiega loro i movimenti e chiarisce qualsiasi dubbio venga in mente ai suoi uomini. Da buon condottiero pretende però il massimo impegno: non esita ad arrabbiarsi se un giocatore non esegue quello che gli è stato chiesto. Ciò che salta particolarmente all’occhio è finalmente la ricerca del gioco. Rispetto agli anni scorsi, fin dai primi giorni, è evidente il lavoro sulla costruzione della manovra. D’altronde Lerda lo ha mai nascosto: per vincere bisogna giocare bene.

La squadra lo segue ciecamente. Ogni ragazzo ascolta attentamente i consigli dati dal mister e cerca di eseguirli minuziosamente. A Gorobsov, per esempio, il tecnico chiede maggiore attenzione in fase di non-possesso e di marcatura. Il giovane argentino sembra recepire attentamente questi ordini e ogni giorno viene sempre più apprezzato da Lerda. Ma anche Cofie ha bene impressionato nei suoi primi giorni di lavoro. Lazarevic, invece, non ha potuto ancora allenarsi bene a causa di un piccolo problemino che lo sta costringendo a un lavoro differenziato. Chi sta traendo maggiori benefici dal nuovo schema è Belingheri: il trequartista appare decisamente a suo agio con il modulo di Lerda. Iunco si muove molto e sulla sinistra insieme a Garofalo formano una bella coppia, anche se l’attaccante fatica ancora a trovare il gol a causa dei pesanti carichi di lavoro. Ci sono tanti pareri positivi pure per Simone Benedetti, pronto quest’anno a entrare in pianta stabile nella prima squadra. L’ultima menzione deve andare ai due ragazzi in prova: Dalton e Bragança. In questi primi giorni di ritiro non hanno impressionato, ma non hanno neppure demeritato. L’ipotesi più probabile è che si attendano ulteriori sviluppi di mercato prima di decidere se tesserarli o meno.

(Foto: M. Dreosti)