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Toro, esame di maturità superato: il confronto con Sampdoria e Fiorentina sorride

TURIN, ITALY - MAY 26: Players of Torino FC pose for the team photo during the Serie A match between Torino FC and SS Lazio at Stadio Olimpico di Torino on May 26, 2019 in Turin, Italy.  (Photo by Marco Rosi/Getty Images)

La stagione dei granata, confrontata con alcune dirette concorrenti, sottolinea un’identità di squadra ormai acquisita

Roberto Bianco

I 63 punti conquistati durante la stagione 2018/19 certificano il percorso di crescita intrapreso dal Toro di Walter Mazzarri, giunto a compimento nel corso di un girone di ritorno sopra le righe. Non solo la terza difesa del 2019, ma un cammino interiore, se così si può definire, lungo 38 giornate, che ha permesso ai granata di consolidare un’identità costruita partita dopo partita. Prima di Natale, Juventus e Napoli a parte, la Serie A viveva un momento di sostanziale equilibrio. Dalla quarta all'undicesima posizione, in una manciata di punti, erano raccolte ben otto squadre. Tra queste, i granata hanno poi mostrato una tenuta fisica e soprattutto mentale da big. Un Toro capace di uscire alla distanza: nel 2019 ha raccolto 36 punti in 19 partite, come Napoli e Roma, appena uno in meno di Milan e Juventus. E le altre?

SAMP, NON BASTA QUAGLIARELLA – Ai nastri di partenza, tra le avversarie papabili per una stagione in primo piano, c’era la Sampdoria. I liguri, guidati da un signor allenatore come Giampaolo e trascinati in campo da un super Quagliarella, alla fine del girone di andata avevano due punti in più di Belotti e soci, a un solo passo dalla quota Europa. Poi il lento declino. Nonostante l’arrivo di Gabbiadini durante il mercato di riparazione, i blucerchiati hanno mollato la presa, scivolando lentamente in classifica. Appena 24 i punti conquistati nel girone di ritorno, dieci le lunghezze di distanza rimediate alla fine dal Toro.

SPAURACCHIO IN CASA VIOLA – E che dire della Fiorentina? Forte anche lei di un innesto come Muriel, giunto a metà stagione, e aggrappata al talento di Federico Chiesa, sembrava destinata a ben altro epilogo. Avanti in Coppa Italia a spese proprio del Toro, la Viola sembrava avere gli ingredienti giusti per proseguire il suo cammino ai piani alti del campionato. E invece, la picchiata; una squadra giovane, la più giovane della Serie A, paga pegno quando la pressione sale. Pioli in discussione e una società contestata dal tifo fanno il resto. Nemmeno l’aeroplanino Montella, subentrato in panchina a inizio marzo, riesce a far riprendere quota ai toscani, costretti a vivere l’ultima di campionato con la paura della retrocessione addosso. Alla fine la distanza tra granata e viola è qualcosa come 22 punti.

http://www.toronews.net/toro/torino-incontro-positivo-tra-cairo-e-mazzarri-le-parti-vanno-nella-stessa-direzione/

E ORA CHE SUCCEDE? – Cairo ha ripetuto in più occasioni di voler puntare sul gruppo creatosi quest’anno, trattenere i giocatori simbolo e rinforzare la squadra con almeno un paio di innesti di livello secondo i desiderata di Mazzarri, mister in cui ripone la massima fiducia. D’altronde i numeri del girone di ritorno sono una prova indiscutibile: seconda migliore difesa, quinta forza per differenza reti. Ancora più determinante è però la coesione di un gruppo solido, ormai cosciente della propria identità e della propria forza, un patrimonio prezioso che fa ben sperare per il futuro.

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