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Toro-Samp: se Ferrero fa proclami, Cairo parla con i fatti

Confronto tra presidenti / Storie diverse, personaggi agli antipodi. E quelle frecciatine al veleno...

Federico Bosio

"Due estati fa, a tenere banco è stata sicuramente la cessione della Sampdoria da parte della famiglia Garrone, dopo dodici anni di presidenza tra padre e figlio. La società passava in mano all’imprenditore romano Massimo Ferrero, conosciuto nell’ambito cinematografico. Al di là del personaggio che si è andato a creare, spesso anche canzonato, il nuovo presidente nel suo primo mercato si rese protagonista di buoni acquisti e formò una squadra competitiva, allenata dal preparato Mihajlovic . Al termine della stagione la Sampdoria si qualificava settima e, complice l’assenza di licenza Uefa del Genoa, accedeva al turno preliminare di Europa League; una prima annata tutto sommato positiva.

"Molto differente il percorso di Urbano Cairo come numero uno del Torino: l’imprenditore alessandrino rileva il club salvandolo dal fallimento, e deve ricominciare dalla Serie B. Il suo è un percorso decennale fatto di gioie e inneggiamenti, ma anche di tanti dolori, contestazioni, anni bui, passi falsi, retrocessioni. Un percorso di crescita con i suoi alti e bassi insomma, che l’ha portato adesso a trovare una stabilità societaria e ad ottenere risultati e soddisfazioni in termini sportivi ed economici, il tutto notevolmente favorito dall’arrivo di Giampiero Ventura sulla panchina granata.

"Ci sono alcuni tratti simili però, a ben vedere, tra l’attuale Massimo Ferrero ed il primo Urbano Cairo. Non si tratta del modo di porsi, del personaggio sopra citato: Cairo non ha mai fatto show , non si è mai “fatto prendere in giro” ; ad accomunare i due imprenditori sembra invece essere quella spavalderia dei primi tempi, quel senso di invincibilità che ti pervade quando entri in un campo a te del tutto nuovo e fai centro al primo colpo, come ha ammesso in una recente intervista lo stesso Cairo.

"Il modello è quello: rilevare una società e cercare subito di portarla nel “calcio che conta” sbandierandolo ai quattro venti, e attraverso gli acquisti di grandi nomi, giocatori di esperienza che si pensa possano fare la differenza da soli – Recoba, Barone da una parte Eto’o, Cassano dall’altra – e non affidarsi invece ad una guida tecnica sicura, puntare sul tutto e subito anziché su un ragionato progetto a lungo termine.

"Sicuramente il punto di partenza di Cairo era molto più basso e complicato rispetto a quello di Ferrero, ed il percorso è stato più lungo e tortuoso; in ogni caso Ferrero sembra essere ancora in quel momento d’oro, e può permettersi di prendere ogni avvenimento più alla leggera, Cairo invece ormai ha fatto esperienza nel campo e calcola bene ogni evenienza ed ogni situazione.

"Spesso, tuttavia, il patron della Samp rischia di esagerare con le proprie dichiarazioni, per poi finire per darsi la zappa sui piedi: risale infatti all'ultimo mese di questo mercato la frecciatina del numero uno blucerchiato a Cairo: "Ha i soldi di cioccolata, gli si sciolgono in tasca" Ancora una volta il presidente granata ha risposto con i fatti: un mercato da dieci e lode, con una squadra competitiva e completa in tutti i reparti. Ciò che invece mancava proprio alla Sampdoria a pochi giorni da queste dichiarazioni di Ferrero, con i doriani scesi in campo nel preliminare di Europa League e annullati dal modesto Vojvodina.

"Una fondamentale differenze tra i due è proprio questa: Cairo pur con i suoi proclami non ha mai esagerato, e non ha mai messo bocca negli affari altrui. Particolari che possono fare la differenza.

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