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Quagliarella e il Toro, cosa resta di una lunga storia

Focus on / Incomprensioni, colpe e scuse tra i colori granata e l'attaccante campano

Roberto Bianco

Trentacinque anni, pronto a giocare fino a 38, come dichiarato recentemente alla Gazzetta, più di 500 partite tra i professionisti, 130 gol in Serie A, Quagliarella è quel tipo di attaccante che segna e fa segnare. In questo campionato ha realizzato 5 assist in dieci giornate, l'ultimo contro il Milan (oltre a una rete), stop e tocco per Saponara, tutto facile. L'uomo dai gol impossibili - il tacco volante su cross di Bereszynski contro il Napoli di Carlo Ancelotti a ottobre è solo l'ultimo di una lunga serie - continua a stupire, come sempre, come dal principio, come al Toro.

ESORDIO COL MONDO - Le giovanili con la maglia granata addosso, l'esordio il 14 maggio del 2000, al 15' della ripresa di Torino-Piacenza 2-1, mandato in campo da Mondonico al posto di Scarlato in quella che era una partita tra squadre ormai rassegnate alla retrocessione. I primi gol con il Torino nella stagione 2004/05, in Serie B, poi il fallimento societario e i saluti, un arrivederci. La sua carriera passa per Ascoli, Samp, Udinese, Napoli e Juventus. Con i tifosi sono scintille già dai tempi in Fruili, stagione 2008/09, quando segna due reti ai granata ed esulta, eccome se esulta, di fronte al suo passato. Come spiegherà poi, in quell'occasione Quagliarella capisce di aver sbagliato e cambia: mai più esultanze dopo un gol contro le squadre in cui ha giocato. E così sarà, promessa mantenuta.

RITORNO E ADDIO - Luglio 2014, a nove anni dal fallimento del 2005 Fabio Quagliarella torna a vestire la maglia del Torino. L'accoglienza del tifo è positiva nonostante provenga da sponda juventina. La sua missione per nulla semplice: sostituire con i suoi colpi i partenti Cerci e Immobile. Eppure l'anno è memorabile: la cavalcata in Europa, con le grandi prestazioni contro l'Athletic Bilbao, la vittoria dopo vent'anni del derby, aprile 2015, Torino-Juventus 2-1, in gol Darmian e naturalmente lui, Quagliarella. L'anno successivo però qualcosa si inceppa, l'attaccante si ferma e con lui l'intera squadra. Tutto precipita quanto l'attaccante segna al Napoli, non esulta e pare chiedere perdono ai tifosi partenopei. I supporter granata sono furibondi, Quagliarella si scusa pubblicamente sotto la curva e con una lettera, anche se solo in un secondo momento si capirà che dietro c'è il rapporto con una città, la sua città, Napoli, da cui il giocatore si è dovuto allontanare per una brutta storia di stalking. Troppo tardi: nel gennaio 2016, mercato di riparazione, fa le valigie per tornare a Genova.

 Quagliarella chiede scusa ai tifosi sotto la Maratona, gennaio 2016.

COSA RESTA - Domenica Fabio Quagliarella sarà per la quattordicesima volta avversario del Toro, la quinta dall'addio del 2016. Alla prima fu fischiato da una parte di tifosi granata e se la prese a male, alla quarta segnò il gol del pareggio sampdoriano. Festeggiato dai suoi compagni, non esultò, nonostante fosse il giorno delle cento presenze con la maglia blucerchiata. Promessa ancora mantenuta. Come il legame, comunque, con i colori del Toro. Sia nel 2017 che nel 2018, sul suo profilo Instagram, il quattro maggio ha pubblicato un'immagine del Grande Torino, per ricordare gli Invincibili. Segno che, nonostante tutto, tra Quagliarella e il Toro è stato legame vero.