L'EDITORIALE

Nicola, uno da Toro

VERONA, ITALY - MAY 09:  Davide Nicola head coach of Torino FC  looks on prior to the Serie A match between Hellas Verona FC  and Torino FC at Stadio Marcantonio Bentegodi on May 09, 2021 in Verona, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Ma sarebbe limitante definire l'attuale tecnico granata solo come bravo motivatore. Ha dimostrato capacità sul piano tattico e anche su quello del gioco

Gianluca Sartori

Una persona vera e leale, coerente tra azioni e parole, coinvolgente e sempre rispettosa. E un allenatore con qualità, bravo sotto tanti punti di vista. Davide Nicola ha ragione quando dice di aver dimostrato di essere da Toro. Lo affermiamo ben sapendo che la società sta pensando ad altre strade, una su tutte quelle che porta a Ivan Juric. Il club nel caso si prenderebbe una bella responsabilità, così come se l'era presa dando il benservito a Longo un anno fa. Per certi versi, non è nemmeno così peregrina l'idea - ora che la pausa estiva ha tempistiche che lo consentono - di cambiare tutto quello che si può cambiare in questo Toro. Al di là di quel che sarà il futuro, il tecnico di Vigone ha condotto la barca in porto tra tante difficoltà e merita l'onore delle armi per quanto fatto in questi quattro mesi. E a cambiare i giudizi non può essere l'ultima partita col Benevento, per il poco significato che aveva.

Nicola probabilmente non continuerà sulla panchina del Toro, ma lo meriterebbe. Anzitutto perché conosce bene l’ambiente, un vantaggio non da poco. Ma soprattutto perchè ha dimostrato capacità. Sul piano mentale ha saputo combattere la negatività accumulata dalla squadra nei mesi passati, e il Torino dal farsi sempre rimontare (quintessenza della debolezza di un gruppo) al fare lui delle belle rimonte. Sul piano tattico ha dimostrato la capacità di adattarsi al materiale umano a disposizione, collocando ogni giocatore nel suo ruolo più idoneo. Sul piano del gioco, prima del convulso finale, ha portato il Torino ad esprimere a tratti un buon calcio (mai si era visto il Torino proporre gioco come, ad esempio, nel primo tempo contro la Roma). Inoltre, il lavoro su alcuni singoli ha aggiunto valore al suo lavoro (lo spostamento di Verdi mezzala, la “rianimazione” di Zaza, la valorizzazione di Buongiorno).

Nicola ha commesso anche degli errori, sicuramente; ma - considerando la situazione che ha trovato quando è arrivato - la bilancia pende dalla parte delle cose buone fatte soprattutto se si considera quanto ha influito il focolaio Covid di fine febbraio/inizio marzo. Sì, Nicola è uno da Toro: i tifosi granata gli erano grati per quel gol al Mantova, ora lo saranno anche per questa salvezza che, in ogni caso, porta in calce la sua firma.