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Cairo perde il lodo arbitrale con Blackstone. Riaperta la strada alla causa americana

UDINE, ITALY - APRIL 10: Urbano Cairo, President of Torino FC looks on  during the Serie A match between Udinese Calcio  and Torino FC at Dacia Arena on April 10, 2021 in Udine, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors.  (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Il tribunale arbitrale di Milano rigetta le richieste di Urbano Cairo e riapre la strada alla causa americana

Redazione Toro News

Il tribunale arbitrale di Milano, in risposta alla contesa avviata da Urbano Cairo, ha stabilito che non c'è stata nessuna irregolarità nel contratto che portò Rcs a vendere la storica sede del Corriere della Sera, immobiliare di Via Solferino, al fondo americano Blackstone. Dunque, non ci sarà nessun risarcimento da parte di Blackstone. Il lodo milanese riprende la via della causa americana a cui il fondo si è rivolto chiedendo i danni a Cairo per la mancata cessione dello stabile ad Allianz, bloccato proprio dalle iniziative legali dell’editore.

LA VICENDA - Il fatto risale al 2013, quando gli americani acquistarono l'immobiliare di Via Solferino per 120 milioni di euro, per riaffittarlo successivamente alla stessa Rcs. Dopo il passaggio di mano di Rcs (nel 2016) il valore è stato messo in discussione dalla nuova proprietà di Urbano Cairo. Cinque anni dopo, Blackstone - il quale stava per portare a termine la rivendita ad Allianz - ha aperto una causa davanti alla Corte Suprema di New York. Cairo venne accusato di avere interferito nell'operazione per aver dichiarato non valida la vendita precedente, con esattezza quella del 2013. Nel 2018 Blackstone ha preannunciato che avrebbe richiesto un risarcimento, avviando la causa a New York. Dall'altra parte, Rcs ha avviato un arbitrato a Milano chiedendo l'annullamento dell'operazione avvenuta cinque anni prima.

Di seguito il comunicato della casa editrice milanese diffuso in serata: "La società, fermo restando che non condivide il giudizio dei due arbitri e che si riserva ogni valutazione e ogni diritto, sottolinea che anche dalle motivazioni del Lodo non emerge alcuna scorrettezza o mala fede di Rcs, che viceversa ha agito per la doverosa tutela del patrimonio sociale, leso dal significativo differenziale di valore con cui nel 2013 è stato venduto l’immobile. Il Lodo definitivo, confermando che Rcs non ha agito in modo scorretto e tantomeno temerario, rinsalda, come già quello parziale dello scorso anno, la posizione della società innanzi alla Supreme Court of the State of New York, ove i procedimenti intentati dalle controparti sono sospesi".