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Esclusiva

Fusi: “Il Toro sfrutti le armi di Nicola. Io alla Juve? Non fu una mia scelta”

Parla il doppio ex di Torino e Juventus: “I granata arrivano meglio al derby, ma l’assenza dei tifosi si farà sentire”

Alberto Giulini

Luca Fusi è uno che il derby della Mole lo conosce molto bene, avendolo vissuto con entrambe le maglie. In bianconero ha vinto un campionato ed una Coppa Italia, ma è soprattutto con il Toro che ha rivestito un ruolo da protagonista. Il gol al Real Madrid, i tre legni di Amsterdam e la Coppa Italia del ’93: Fusi è stato tra i protagonisti di quella squadra che sotto la guida di Mondonico ha fatto sognare i tifosi e ha alzato al cielo l’ultimo trofeo. In esclusiva ai microfoni di Toro News si è raccontato ed ha analizzato la stracittadina di domani.

Toro e Juve stanno vivendo un momento di crisi, che partita si aspetta?

“La crisi della Juventus è un po’ diversa per quanto riguarda la classifica. Ma in questo momento, nonostante l’ultima sconfitta, forse ci arriva meglio il Toro perché veniva da una serie di risultati che avevano dato fiducia a tutto l’ambiente”.

La sosta per le nazionali quanto avrà influito sulla preparazione? 

“Non credo abbia pesato da un punto di vista fisico o mentale. Ha solo bloccato la crescita che stava avendo la squadra di Nicola”.

Vincere il derby può essere una buona occasione per riscattare in parte una stagione fallimentare?

“Vincere un derby è sempre importante, però in questo momento significherebbe soprattutto prendere tre punti importanti per la classifica. Perché sicuramente non sorride e oggi sono più importanti i punti. Ma una vittoria nel derby potrebbe dare ancora più morale ad una squadra che ne ha bisogno”.

A proposito di classifica, ad inizio anno si sarebbe aspettata un campionato così brutto da parte del Toro?

“No, credo che nessuno se lo aspettasse. Si pensava ad un campionato più tranquillo per poter programmare il futuro. Ma in questo momento bisogna guardare al presente e centrare assolutamente la salvezza al più presto in modo da iniziare programmare”.

Dall’esterno ha identificato quella che potrebbe essere la causa principale di questa crisi?

“No, da fuori è molto difficile giudicare. La società ha anche tentato un cambio d’allenatore in corso che sembra aver mosso qualcosa. Speriamo che l’indirizzo di questi ultimi mesi possa essere un buon segnale per il futuro”.

Da questo punto di vista, la carica di Nicola quanto può essere un valore aggiunto nel derby?

“Si è presentato molto bene e ha dato una svolta importante mettendo i giocatori al centro del progetto. In questo momento ha influito molto in quella che può essere la scossa psicologica. Ma dall’altra parte c’è una squadra che ha altrettante motivazioni per venire fuori da un momento particolarmente difficile”.

Toro e Juve sono due squadre arrivate alla fine di un ciclo?

“Sicuramente ci sono dei giocatori su cui continuare ad insistere e programmare il futuro. Magari con altri bisogna fare valutazioni diverse, è normale per tutte le squadre avere elementi che abbiano già dato e potrebbe essere il momento di cambiare qualcosa”.

Il presidente Cairo è al centro di grandi critiche. La contestazione quanto può influire sull’ambiente?

“Sicuramente non fa bene vivere una situazione di contrasto. Ma tutti ci aspettavamo qualcosa di diverso. I tifosi negli ultimi due anni non hanno potuto gioire molto e si aspettano quantomeno che il Toro possa tornare nella parte sinistra della classifica. Stare a destra non è un bel segnale, ma penso che sia la società per prima a non essere contenta e cercherà di lavorare al meglio. Ma è chiaro che questa situazione non è facile: bisogna innanzitutto mettere in cassaforte la salvezza per programmare il prossimo campionato”.

Quanto peserà l’assenza dei tifosi in una gara come il derby?

“Per il Toro molto, per la carica emotiva che i tifosi avrebbero potuto dare e che invece mancherà. La Juve tra competizioni europee ed altre partite arriverà più abituata e quindi tranquilla”.

Tornando a lei, qual è il ricordo più bello che si porta dietro di un derby?

“Quello che ha segnato il mio periodo è stato il doppio derby di Coppa Italia. Entrambi sono finiti con un pareggio, ma ci hanno dato la spinta per vincere un trofeo che per noi è stato un traguardo prestigioso. L’anno prima ci era sfuggita la finale di Coppa Uefa, quindi vincere la Coppa Italia è stata una cosa importante. E quei due derby hanno dato valore a tutta la stagione ed hanno fatto capire il valore di una squadra che poteva andare fino in fondo”.

Ed il passaggio dal Toro alla Juve come lo ha vissuto?

“È stato difficile, una scelta non mia ma che mi è stata imposta dalla nuova società. Non è stato facile perché avevamo programmato un futuro dopo il calcio che purtroppo non c’è stato, anzi. Ho cominciato a lavorare nel settore giovanile dell’Atalanta anziché in quello del Toro. C’era invece la possibilità di finire e ricominciare sotto altre vesti ma sempre in granata”.

Come cambiava l’avvicinamento al derby tra Toro e Juve?

“Per noi del Toro era una partita speciale. Non valeva una stagione, perché eravamo competitivi a livello italiano ed europeo, ma era comunque una gara importante. Per la Juve è una partita come tante perché per loro è importante vincere qualsiasi partita, non solo il derby”.

Tornando alla partita di domani, che armi dovrà sfruttare il Toro?

“Quelle che sta mettendo dentro Nicola: carattere, temperamento, voglia di non mollare mai e di essere un gruppo. Sono cose importanti per cercare di ottenere il massimo da questo derby”.

Il simbolo della squadra è Belotti: quanto può essere decisivo e quanto sarà importante blindarlo con il rinnovo?

“Blindare Belotti sarebbe importante per dare un segnale: tenerlo significa avere ambizioni e voler costruire ancora qualcosa. Perderlo significherebbe invece andare alla ricerca di giocatori con la speranza che possano essere da Toro e fare bene in granata, con il Gallo si partirebbe con qualcosa in più. Può essere decisivo in qualsiasi momento e non solo dal punto di vista realizzativo. Anche sotto l’aspetto del carisma e dell’impegno che mette in ogni partita, aiutando gli altri a fare altrettanti”.

Un pronostico?

“Spero vinca il Toro, in questo momento i tre punti sono troppo importanti”.