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Fabio Gallo: “Giampaolo è di primissimo livello. Con lui servono giocatori di personalità”

SARZANA, ITALY - MARCH 16: Fabio Gallo manaer of AC Spezia gestures during the Viareggio Juvenile Tournament match between FC Internazionale and AC Spezia on March 16, 2016 in Sarzana, Italy.  (Photo by Gabriele Maltinti - Inter/FC Internazionale via Getty Images)

Esclusiva TN / L'ex centrocampista granata, ora allenatore, è amico da anni del tecnico ex di Samp e Milan

Roberto Ugliono

"Fabio Gallo e Marco Giampaolo sono legati da un'amicizia decennale iniziata a Treviso, quando il tecnico granata faceva l'allenatore in seconda, mentre l'ex centrocampista era il capitano della squadra. Ora saranno legati anche dalla militanza nel Torino. Gallo ha vestito la maglia granata da giocatore nelle prime battute dell'era Cairo (dal gennaio 2006 all'estate 2007), Giampaolo sta per iniziare a conoscere il mondo Toro da allenatore. Non solo. Quando Giampaolo andò ad allenare il Brescia nel 2013, chiamò proprio Gallo come suo vice. Quest'ultimo però dovette rinunciare all'incarico per motivi ambientali (lui ex bandiera dell'Atalanta non fu ben accetto da parte della tifoseria bresciana). Il legame tra i due persiste tuttora e Gallo è una delle persone che meglio conosce Giampaolo, come uomo e come allenatore.

"Che idea si è fatto del Toro di quest’anno?

""E' stata una stagione tribolata. I motivi non vivendo la squadra dall'interno è difficile individuarli. Sicuramente ci sono stati problemi inaspettati e quando succede questo è difficile uscirne. E' stato esonerato Mazzarri, ma anche Longo ha fatto un bel po' di fatica. La squadra aveva qualità importanti, ma serve capire a cosa sono dovuti i problemi".

"Giampaolo può essere l’allenatore giusto per rilanciarsi?

""È un allenatore fatto e finito. Ha idee ben radicate. Sicuramente è un allenatore da campo e meno gestore di uomini, quindi ha bisogno di poter lavorare con gli strumenti giusti. Sicuramente è un tecnico di primissima fascia. Sono felice che possa arrivare a Torino perché questa è una piazza che dà lustro a un professionista".

"L’ha conosciuto a Treviso quando era ancora un vice-allenatore. Che tipo era?

""Praticamente faceva tutto lui, dal lavoro tecnico a quello tattico. Era uno studioso del 4-4-2 di Del Neri, perché noi giocavamo in quel modo. Lo abbiamo seguito e abbiamo ottenuto dei bei risultati. Eravamo tutti consapevoli della sua bravura. Eravamo entrambi giovani all'epoca (hanno solamente due anni di differenza ndr), quindi ci confrontavamo sempre. Da lì è nata un’amicizia che dura tuttora".

"Poi la breve parentesi Brescia. Era cambiato?

""Io avrei dovuto fargli da vice. Rinunciai all’incarico per problemi ambientali. In realtà la piazza voleva il ritorno di Calori e fu difficile anche per Marco. Lui, rispetto ai tempi di Treviso, era un allenatore più completo. Conosceva meglio i suoi limiti. Con lo staff aveva provato a colmare le sue lacune. E l’ha fatto con grande intelligenza".

"Si dice che ha bisogno di tanto tempo per lavorare con la squadra. Di tempo ce ne sarà poco. Come lo si potrà mettere nelle condizioni migliori?

""Sicuramente Marco ha bisogno di giocatori che sappiano giocare a calcio e che abbiano personalità. Quindi servono giocatori tecnici. Il Torino deve avere dei giocatori di un certo livello mentale, perché indossare la maglia granata non è facile. Io conosco bene anche Vagnati e so che farà il massimo per dargli ciò che Marco gli chiederà".

"A livello personale, come sta andando la sua carriera? Fin qui tante piazze importanti.

""Io ho sempre finito i campionati e questo vuol dire riuscire a fare un buon lavoro. Cerco sempre di migliorarmi".

"Nel suo futuro c’è qualcosa?

""Parlare in questo momento ha poco senso. Spero che le mie capacità mi possano portare il più lontano possibile".

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