interviste

Marco Liguori ‘Il Toro con Cairo è in mani sicure’

I tifosi del Toro devono stare tranquilli. Cairo è un grande imprenditore che riporterà il Toro a buoni livelli. Ora la società è in mani salde”. A dire queste parole, che non possono che far...

Redazione Toro News

I tifosi del Toro devono stare tranquilli. Cairo è un grande imprenditore che riporterà il Toro a buoni livelli. Ora la società è in mani salde”. A dire queste parole, che non possono che far piacere al mondo granata, non è un tifoso, non è nemmeno un appassionato di calcio, è un giornalista economico del Sole24ore e di www.indiscreto.it che ogni tanto si occupa di calcio, ma solo a livello finanziario. In particolare Cairo “Possiede molta liquidità. Diciamo che non sono cresciuti i ricavi dei suoi bilanci, che si mantengono allo stesso livello da qualche anno, però sono aumentate le sue attività e questo è positivo in termini futuri. Inoltre come Della Valle è uno dei pochi imprenditori che investe denaro suo senza indebitarsi con le banche per dei prestiti”.

Si dice che però è sotto il controllo della Covisoc, avendo usufruito del Lodo Petrucci, per cui non può sgarrare nei prossimi anni. “A dire il vero non mi risulta questa regola, in quanto De Laurentiis del Napoli ha chiuso il suo primo anno da presidente del Napoli con un rosso non indefferente nel bilancio. Per cui non credo proprio che Cairo sia controllato sotto questo punto di vista. E' però chiaro che la Covisoc controlli di più i bilanci di tutte le società per quanto è successo nel recente passato”. E' possibile che alla fine di questa stagione altri club rischino di fallire in A come in B? “La situazione di quest'anno più o meno è analoga all'anno scorso, però per chiarire questo punto è necessario aspettare di leggere i bilanci di fine anno di tutte le società”.

Il Torino comunque si dice che possa essere “ripescato” in A proprio grazie al fatto che adesso Cairo l'ha resa una società sana, senza debiti, messa certamente meglio rispetto ad altri club. Ad esempio il Treviso non meritava di fare la A quest'anno, ripreso proprio a seguito del fallimento del Torino Calcio 1906. “La situazione a giugno 2005 del Treviso era davvero drammatica, andava addirittura ricapitalizzato il capitale sociale, cosa che non mi risulta sia mai avvenuta. Senza contare che non aveva uno stadio di gioco omologato non dico per la A, ma nemmeno per la B. Per cui il Treviso è arrivato in A senza averne particolari diritti. Un altro dei tanti casi anomali del calcio nostrano”. Perchè alla fine non è arrivata la tanto sospirata fideiussione a Cimminelli? “Non c'erano i presupposti bancari perchè ciò avvenisse. Ma i tifosi del Toro devono essere contentissimi che sia andata così, Cimminelli non avrebbe potuto proseguire con i debiti che aveva, per cui quel Torino sarebbe fallito comunque, probabilmente quest'anno, magari dopo un anno difficile in A. Adesso sono ripartiti daccapo con un grande imprenditore che farà sicuramente bene”.

Cairo ha parlato anche della necessità di mettere un tetto ai salari dei giocatori, il cosiddetto salary cap “E ha ragione, è necessario se si vuole continuare con il calcio in Italia e che torni ad essere competitivo. E' una questione che va presa in considerazione”. In ballo ci sono anche i diritti tv, questione molto scottante, cosa ne pensa? “Certamente non è giusto e nemmeno normale che a vincere possano essere solo le tre società per la maggiore: Juve, Milan ed Inter, ma con queste regole la differenza tra loro e il resto delle squadre sarà sempre più ampia. Tutti però devono ragionare in questo senso: loro tre non possono scontrarsi senza gli avversari. Inoltre se anche fosse giusta l'intenzione che è meglio avere più spettatori davanti al video che allo stadio, che partite sarebbero senza tifo e spettacolo sugli spalti? Su questo è anche giusto ragionare in prospettiva futura”. Potrebbero inventarsi la coreografia in tv, con degli stratagemmi ottici e audio... “A questo non ci avevo pensato, però il calcio resta uno sport che va vissuto in campo, con regole giuste e senza le differenze abissali che ci sono ora”.

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