La prima delle due giornate chiave per il futuro del Toro sta terminando con un nulla di fatto. Luca Giovannone non ha compiuto la prima mossa, Urbano Cairo resta in silenziosa ma vigile attesa. Servono 10 milioni di euro per sottoscrivere l’aumento di capitale, anche se a Giovannone ne possono bastare anche 5,1 in funzione della famigerata scrittura privata che gli assegna il 51%. Domani, 31 agosto, sarà per forza di cose il giorno della verità e si dovrà uscire dall’equivoco. O meglio, dovrà farlo l’imprenditore ciociaro, se davvero dice di avere i soldi necessari per diventare presidente del Torino. Il coltello dalla parte del manico lo ha lui, grazie all’ingenuità (per non usare un’espressione più appropriata) di Marengo e Rodda, che gli hanno concesso il diritto di prelazione per aver messo nelle casse sociali 180 mila euro. Cairo è tirato per la giacca da più parti, gli viene chiesto di comprare infischiandosene dei rischi di contenziosi legali, ma l’editore-pubblicitario alessandrino finora ha tenuto una certa linea di comportamento e non gli si può domandare di cambiare in corsa. Questo è un giochino che riesce bene al suo antagonista Giovannone…
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