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Antonelli, bilancio di un anno

di Alessandro Salvatico

 

Ma se il mercato estivo aveva regalato alcune sorprese davvero positive al pubblico, nonostante poi in campo non si riuscisse a...

Redazione Toro News

"di Alessandro Salvatico

"Ma se il mercato estivo aveva regalato alcune sorprese davvero positive al pubblico, nonostante poi in campo non si riuscisse a schierare una squadra capace di farle rendere, quello invernale di riparazione lascerà tutti quantomeno perplessi. Le difficoltà incontrate dalla squadra indicavano un obiettivo preciso: il bomber. Antonelli, sul nutrito gruppo di nomi segnati sul proprio taccuino, ne sottolineò due: German Denis e Rolando Bianchi. Sul secondo decise di affonare il colpo, intavolando una laboriosa trattativa, atta a orientare la scelta del giocatore e a limare gli alti costi dell’operazione. I dialoghi furono serrati, e la scelta dell’attaccante cadde sul Torino. Fino al penultimo giorno. All’ultimo, infatti, la Lazio, rivale nella corsa al bomber, tirò fuori il misterioso argomento convincente, e Bianchi alla fine scelse Roma. Cinque mesi dopo o poco più, pare piuttosto chiaro quale fu l’elemento del mistero: ovviamente denaro, ma in questo caso si trattò più che altro di promettere denaro, denaro che poi non sarebbe mai stato sborsato; Lotto, infatti, garantì al Manchester City (proprietario del cartellino) 10 milioni di euro per un diritto di riscatto che ora ha deciso di non esercitare.

"Lo smacco, per la dirigenza granata, fu palese. Tanto più che ormai era tarda per gettarsi ancora sulla pista-Denis, abbandonata nella convinzione di arrivare a Bianchi. Eppure lo stesso argentino, poco tempo dopo, affermò di aver trovato un accordo con i dirigenti granata, saltato perché la società decise di non investire 5 milioni per il suo cartellino. Dove sta la verità? Anche in questo caso, difficile stabilirne i confini precisi. Alla fine il neoacquisto fu quello di Stellone, giocatore di cui la società aveva privato la squadra per mesi prima di accettare la contingenza di difficoltà. E arrivarono Pisano e Diana, ottimi giocatori, elementi importanti per il futuro del Torino; ma non il giocatore che più serviva. E quel giocatore, nelle persona di Denis, sembra in questi giorni molto vicino al Napoli; per i granata sarebbe il coronamento di una figuraccia.

"Questo è il sunto delle operazioni condotte da Stefano Antonelli, ed ognuno è libero di tracciare un giudizio sul suo lavoro. Gli errori non sono mancati, così come non sono mancati autentici “colpi” come Sereni, Grella e Zanetti, o giovani come Rubin e Malonga quali il Torino non acquistava da anni, o elementi di sicuro valore che vanno da Pisano a Natali, da Diana a Di Michele. Da mettere sul piatto della bilancia di Antonelli, nel valutarne il lavoro, c’è ovviamente l’inesperienza, fattore che ha il suo peso, e non indifferente; al suo arrivo in granata, il neo-dirigente affermò che nel suo lavoro avrebbe contato sul fatto di conoscere (grazie alla sua precedente occupazione) gli atteggiamenti dei vari ds, e che avrebbero giocato su quelli; ma indubbiamente, passare dall’operare come procuratore ad un ruolo dirigenziale è un cambiamento non indifferente. Nel suo caso, inoltre, non è trattato di rivestire un “semplice” ruolo da direttore sportivo, ma addirittura da amministratore delegato della società, tutto d’un colpo

"I tifosi, dal canto loro, tengono in considerazione anche l’inimicizia che cova tra Antonelli e Luciano Moggi; l’ex-dirigente bianconero non perde occasione per attaccare l’ad del Torino, il quale fu ascoltato come testimone del caso-GEA, la società che, con i suoi metodi ormai noti, strappò all’attuale dirigente granata la procura del giocatore Blasi. Ma gli stessi tifosi chiedono che non si verifichino più certe magre figure in sede di mercato, e soprattutto che spariscano i dubbi e le suddette “zone d’ombra” che hanno circondato il lavoro delle varie figure impegnate ad operare all’interno del Torino FC. Per il futuro, un futuro immediato, bisogna scegliere se proseguire o meno con Antonelli; qualora la società decidesse di cambiare ancora, l’auspicio è ciò avvenga per poi affidarsi ad un dirigente esperto, perché se invece la scelta cadesse nuovamente su un elemento al primo incarico, che quindi debba coprire nuovamente lo stesso tratto di percorso che Antonelli ha già percorso, questo sarebbe senz’altro controproducente per il Toro.

"Antonelli, bilancio di un anno. Prima parte, da luglio a gennaio:http://www.toronews.net/?action=article&ID=8863