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Atalanta-Torino 2-3, cuore e uno contro uno: così è nata la rimonta di Mazzarri

Confronto / L'Atalanta crea di più e chiude con quattro punte (Zapata, Muriel, Ilicic e Malinovskyj), ma il Torino è più concreto e porta a casa i tre punti

Nicolò Muggianu

Atalanta-Torino è stata una girandola di emozioni. Un botta e risposta continuo tra gli uomini di Gasperini e quelli di Mazzarri, con quest'ultimo che ha avuto la meglio sull'ex tecnico del Genoa. Una partita un po' pazza, che ha visto i granata dapprima andare in vantaggio con Bonifazi per poi essere ripresi e in seguito superati da Duvan Zapata; autore di una doppietta. Nell'ultimo terzo di match, però, il ribaltone: Berenguer e Izzo regalano tre punti pesantissimi al Torino. Ma come è nata la rimonta granata al Tardini? In quattro parole: concentrazione, grinta, applicazione e cuore.

DIFFICOLTA' - Un'impresa che ha una matrice caratteriale, più che tecnica. D'altronde, non era facile per il Torino arrivare al Tardini con quattro titolari infortunati (Lyanco, Ansaldi, Zaza e Falque), nel pieno del caso-Nkoulou e con alle spalle una delusione (arrivata appena tre giorni prima) come l'eliminazione dall'Europa League. E, come se non bastasse, ad attendere il Toro c'era l'Atalanta: la terza forza dello scorso campionato. Insomma: c'erano tutte le premesse affinchéil Torino potesse vacillare, eppure Mazzarri è riuscito a tirare fuori il meglio dai suoi giocatori proprio nel momento più difficile. Merito delle scelte (seppure in larga parte obbligate), ma soprattutto dell'interpretazione tattica del match: un coraggioso uno contro uno a tutto campo in fase difensiva, che è servito a larghi tratti ad arginare la qualità di Ilicic e Gomez.

 PARMA, ITALY - SEPTEMBER 01: Salvatore Sirigu of Torino FC celebrates the victory at the end of the Serie A match between Atalanta BC and Torino FC at Stadio Ennio Tardini on September 1, 2019 in Parma, Italy. (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

RIMONTA - Scelta che, una volta passati sul 3-2, è servita a mantenere il vantaggio fino al 90'; vanificando persino il tutto per tutto finale di Gasperini, che ha chiuso il match con quattro attaccanti (Zapata, Muriel, Ilicic e Malinovskyj). Ma facciamo un passo indietro. Per compiere un'impresa del genere e per andare oltre l'handicap non indifferente causato dagli infortunati, la cosa che serviva di più era probabilmente la "fame". Quel "cuore Toro" tirato in ballo anche da Mazzarri nel post partita e che sembra sempre più essere il leitmotiv anche dei giocatori. Impresa compiuta, ora servirà confermare le ottime premesse anche nel primo match dopo la pausa contro il Lecce.