Leonardo Candellone, che ha appena terminato una stagione molto positiva al Pordenone, ha commentato l'esperienza del ritiro con il Toro ai microfoni di Torino Channel: "Sicuramente è stata una bella emozione vedere giocatore forti e affermati che ti aiutano e cercano di farti crescere. Apprendere da loro cosa nuove è bello. Questa è un'esperienza che mi porterò dietro per sempre". Dopodiché parla anche della sua scelta di abbinare il calcio allo studio: "Sto studiando Scienze motorie e spero di laurearmi presto. I calciatori intorno ai 35 anni finiscono la carriera e dopo c'è un'altra vita da iniziare. Il Torino ci tiene molto, tra l'altro, a vedere i proprio ragazzi che continuano a studiare".
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Torino, Candellone: “Un’emozione bellissima confrontarsi con giocatori così forti”
Le parole / Il giocatore granata racconta le emozioni dei primi giorni di ritiro
Poi commenta così l'anno trascorso a Pordenone: "L'ultima stagione è stata la migliore da quando sono in prestito per l’Italia, abbiamo ottenuto una promozione storica. Non era mai capitata al Pordenone. Contento di essere stato protagonista, dove sono riuscito a crescere molto. Sono stato bene con compagni e mister, vincere poi aiuta, è ovvio. È stato anno molto positivo", passando poi a ripercorre la sua carriera: "Avevo sette otto anni e giocavo al Pertusa a due passi da casa mia. Tre quattro anni dopo approdavo ai Giovanissimi del Toro, dove ho fatto tutto il settore sino alla Primavera. A quell’età vuoi sempre uscire a giocare, basta una porta o si realizza con due magliette. Si cresce anche con cose semplici, il pallone è divertimento e fantasia. Basta poco per renderlo divertente. Io giocavo anche in casa, mi è rimasta qualche cicatrice in giro perché non è il massimo con le finestre…"
Dopodiché si sofferma sul Settore giovanile del Torino: "Qui ritrovo compagni di squadra e amici che fato loro percorso, è bella emozione vedere che settore giovanile granata riesce a sfornare talenti importanti. Per me è qualcosa di importante vedere che arrivano a giocarsi le loro chanche in prima squadra. La vittoria del campionato fu storica, era più di vent’anni che non succedeva, credo. I tifosi ci fecero sentire importanti. La Supercoppa e poi giocare la Youth League…. Che emozione. Anche giocare l'Europa con il Toro, fu una bella emozione. Giocammo all’Olimpico. Sono esperienze che ti fanno crescere e ti porti dentro"
Per concludere, racconta il Candellone nella vita privata: "La mia famiglia verrà qui a vedere le amichevoli. Dietro devi avere famiglia che ti sostiene. È importante per stare tranquillo e non ti fa montare la testa. devo molto a loro. Amo il basket nba, mi piacere da vedere ma sono negato. Idolo? Luis Suarez, gente che attacca la profondità. Mi ispiro a loro per copiarne i movimenti che vedo in tv. Bisogna provare e provare, in ogni allenamento e crederci sempre. Credere che sia importante e non un passatempo. Con la voglia di far bene si può fare".
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