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Cardone (Repubblica): “Il Toro davanti alla Lazio? Non me lo aspettavo”

L'intervista / Il giornalista al seguito dei biancocelesti: "I granata sono una squadra mazzarriana al cento per cento: quest'anno sono state gettate ottime basi"

Gianluca Sartori

"Ultima partita della stagione: domenica il Torino affronta la Lazio in una partita che non varrà la qualificazione in Europa, ma i granata vorranno chiudere bene davanti al proprio pubblico contro una squadra ormai senza motivazioni. Come di consueto incontriamo un cronista al seguito della squadra avversaria: a concedersi ai nostri microfoni è Giulio Cardone, giornalista di Repubblica nonchè direttore di sololalazio.it. 

Giulio, che Lazio arriverà a Torino?

"E' una squadra ormai in vacanza, la partita ha poco significato per i biancocelesti, la cui stagione è finita con il raddoppio di Correa nella finale di Coppa Italia contro la Lazio. Il trofeo alzato ha sicuramente rivalutato una stagione che per Inzaghi era partita con l'obiettivo quarto posto. Però è la terza finale in due anni di cui due vinte, è chiaro che l'ambiente non può non esser contento. Ieri a Formello c'è stata un'amichevole con 5000 spettatori in festa sugli spalti. La partita a Torino per la Lazio vale quel che vale, e proprio per questo potrebbero anche giocare alcuni giovani, più a gara in corso che dall'inizio: penso ad Armini, difensore della Primavera soprannominato il "piccolo Nesta" per le qualità e l'estrazione laziale, e Capanni, attaccante brasiliano che è stato fondamentale per il ritorno della Primavera in Primavera 1. Davanti ci saranno diverse defezioni: niente Caicedo, niente Luis Alberto e niente Correa (e mi dispiace particolarmente perchè recentemente molto in forma: io lo paragono a Kakà, con le dovute cautele, per alcune caratteristiche). Giocherà dunque Immobile". 

Ciro è in crisi d'identità, tra i due sicuramente è Belotti a meritare di più la Nazionale, non credi?

"Tra i due sicuramente sì, anche se ho la sensazione che Mancini, pur stimandoli, preferisca un tipo di attaccante più tecnico. Immobile si è bloccato completamente, non segna dal 7 aprile e su azione dal 10 marzo. Belotti ha fatto di più, ci fa vedere questi fantastici gol in rovesciata. Però ho la sensazione che tutti e due non siano il tipo di attaccante che Mancini idealizza". 

Tornando a Torino-Lazio, che match ti aspetti?

"Vedo favorito il Torino, appunto per questa mancanza di motivazioni da parte della Lazio. I granata sicuramente ci tengono a chiudere il loro bel campionato con una vittoria. C'è comunque da dire che i biancocelesti di Inzaghi hanno fatto vedere le cose migliori quando non erano "spalle al muro" dal punto di vista del risultato, faticando invece quando era obbligatorio vincere (e penso soprattutto alle partite contro Sassuolo e Chievo). E poi c'è la questione politica che riguarda il Milan..."

Già, secondo te per il Torino ci sono speranze di tornare in Europa dalla porta di servizio?

"Io credo proprio di sì, qualora il Milan non si qualificasse per la Champions League, se la Uefa la escludesse dalle competizioni europee forse non farebbero ricorso. Credo che il Toro faccia bene a sperare, l'Europa se la meriterebbe anche".

Che pensi del campionato fatto dal Torino? Non è arrivata la qualificazione europea ma c'è la convinzione di avere gettato delle buone basi. E basta un pareggio domenica per arrivare al settimo posto.

"Non mi aspettavo che il Torino arrivasse davanti alla Lazio: credo che i biancocelesti abbiano una rosa da quarto posto e, visto anche l'andamento non esaltante delle concorrenti, ci sia grande rammarico per aver perso la possibilità di lottare fino in fondo per la Champions. Tornando al Toro, non mi sorprende che abbia fatto un bel campionato. E' una squadra costruita benissimo da Petrachi, su misura per l'allenatore. Un gruppo "mazzarriano" fino al midollo, che non dà grande spettacolo ma ha un'ottima solidità. Con un centrocampo completo, che per me vale i primi sei posti, composto da Rincon, Baselli e Meité, e con quinti di centrocampo solidi ed efficaci come De Silvestri e Ansaldi. Inoltre l'assenza di infortuni seri, a parte Djidji, ha permesso a Mazzarri di trovare uno zoccolo duro a cui dare continuità. L'unico neo credo sia stata l'assenza di una vera spalla di Belotti: Zaza ha deluso, Falque è stato frenato da problemi fisici, Berenguer forse è stato il migliore dei tre". 

E domenica ci sarà l'addio al calcio di Moretti: è di Roma e da bambino tifava Lazio. 

"Lo paragono a Biava, un difensore della Lazio che fu tra gli eroi della Coppa vinta sulla Roma nel 2013. Un giocatore poco appariscente ma molto continuo e importantissimo per la squadra. E poi è una persona intelligente: bravo Cairo ad esserselo tenuto in società".