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Ci sarà da divertirsi

L'esordio del Torino nella serie A ritrovata è di quelli che fanno ben sperare. Non solo per la circostanza assai rara da queste parti di un gol al novantesimo (e per di più sotto la Maratona), ma anche per il gioco piacevole, a...

Redazione Toro News

L'esordio del Torino nella serie A ritrovata è di quelli che fanno ben sperare. Non solo per la circostanza assai rara da queste parti di un gol al novantesimo (e per di più sotto la Maratona), ma anche per il gioco piacevole, a tratti esaltante, dei granata. Troppo presto per addentrarsi in considerazioni tattiche sul “nuovo corso” di Zaccheroni, che vedremo materializzarsi più in là. Basti per ora l'immagine di un Rosina a ridosso della punta avanzata - sdoganato dalla fascia destra, dove il tecnico romagnolo ha dirottato dopo qualche minuto Konan – e l'impressione di una squadra a trazione anteriore, portata ad offendere, con De Ascentis e Barone a puntellare il centrocampo. Che poi la nuova posizione dell'azzurrino fosse anche nei pensieri di De Biasi è ormai nota di cronaca, nulla di più. Sull'esonero del tecnico trevigiano si è scritto e detto molto. Per conto nostro abbiamo espresso dubbi, più che nella sostanza, sui tempi e i modi della decisione presa da Urbano Cairo, come ha sottolineato Alberto Leproni. Nello stesso tempo, di fronte a un'intesa logorata e alla perdita di fiducia nei confronti del suo allenatore, il presidente ha esercitato un suo diritto. Il trionfo dello scorso anno deve molto alla perfetta unità d'intenti tra allenatore e società: nelle ultime settimane, invece, sono venute a mancare le condizioni per procedere in sintonia, i piccoli dubbi emersi nella passata stagione, ma ricacciati in un angolo per la ragion di stato, sono diventati grandi interrogativi. Ci si sarebbe trovati a vivere un conflitto latente, pronto ad esplodere ai primi risultati negativi. Uno scenario che Cairo ha voluto stroncare sul nascere. Ripeto: i soli dubbi riguardano le modalità. Per il resto, Zaccheroni è una garanzia e sono convinto che ci sarà da divertirsi, basta non avere fretta. Della buona prova collettiva di ieri sera, va a mio giudizio sottolineata in particolare la prestazione di Gianluca Comotto. Un ritorno accompagnato dai mugugni dei tifosi a causa di come si era conclusa la sua avventura con il Toro cimminelliano. Contro il Parma è stato tra i migliori, per intensità e applicazione tattica (tranne lo svarione sul gol che ha coinvolto anche Rosina, per il resto perfetto). Da Stellone solo conferme: se sta bene (e lui giura di avere messo alle spalle i problemi fisici che lo tormentavano) è uno dei primi attaccanti in Italia. Abbruscato dovrebbe rubargli un po' di mestiere ed avere maggiore convinzione sotto porta. Correre non è sufficiente, e per una punta non è nemmeno così decisivo (Ferrante insegna). Elvis ha tempo, Zaccheroni lo aiuterà, ma deve scattare qualcosa dentro di lui perché si trasformi in un giocatore da serie A.Chiudo con un paio di considerazioni sui disagi assortiti che tifosi e addetti ai lavori hanno dovuto sopportare a causa della gestione all'interno e all'esterno del nuovo Comunale-Olimpico. Dai parcheggi insufficienti, alla mancanza di indicazioni per arrivare ai propri posti, regnava una confusione totale. Come si sia giunti impreparati all'evento in modo così clamoroso è un mistero. E' invece intollerabile che nel terzo millennio si debba ancora combattere con le barriere mentali che poi si concretizzano in quelle architettoniche: 64 posti nei distinti per i tifosi diversamente abili con una visibilità pessima. E lo chiamano “moderno”. Complimenti.