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Debrecen-Torino 1-4: Herczeg cambia ma non basta, Mazzarri felice a metà

A confronto / Debrecen più pericoloso rispetto all’andata, Garba-gol rovina alla festa a Mazzarri

Nicolò Muggianu

Sette gol fatti e uno subito tra andata e ritorno. I numeri parlano chiaro: tra Torino e Debrecen non c’è mai stata storia. La squadra di Mazzarri accede al terzo turno preliminare di Europa League senza troppe difficoltà, con il tecnico toscano che stravince il duello in panchina con l’ungherese Herczeg. Con un piccolo rimpianto.

GARBA - Herczeg cambia rispetto all’andata: modulo più offensivo, con un attaccante “di peso” dal primo minuto. Ed è proprio Garba, già tra i più pericolosi del match di andata, a permettere al Debrecen di alzare il baricentro. Se all’andata la squadra di Herczeg si era fatta schiacciare dal Toro negli ultimi 40 metri provando - con scarsa efficacia - a ripartire, in Ungheria la presenza dall’inizio di Garba ha permesso al Debrecen di poter stare più alto. Il risultato è un match molto più divertente rispetto a quello dell’andata: squadre più lunghe e tanti spazi da attaccare. A giovarne è lo spettacolo: il Torino si diverte e va in gol quattro volte, ed anche il Debrecen riesce a trovare la via della rete. A battere Sirigu è proprio Garba, che regala una piccola gioia ai tifosi di casa e fa infuriare Mazzarri; che avrebbe preferito chiudere il secondo turno preliminare senza subire reti.

MAZZARRI - A stravincere il duello in panchina è però Mazzarri, che riesce ad ottenere il massimo dai giocatori a disposizione. Quattro le defezioni (tutte di un certo peso) rispetto all’andata: Lukic, Lyanco, Djidji e Falque. Tutti giocatori importanti, di cui però il tecnico toscano è riuscito a non fare avvertire l’assenza grazie al cambio di modulo. Ottime risposte dal 3-5-2 proposto da Mazzarri: buona la prova di Zaza (un gol e un assist per lui) e positiva la prestazione di Berenguer, schierato nell’inedito ruolo di mezz’ala. Tanti feedback positivi per il tecnico toscano, che accede con merito al turno successivo con un unico rimpianto: non essere riuscito a far mantenere ai suoi la rete inviolate al termine di un doppio scontro dominato. Ma il duello in panchina con Herczeg è comunque stravinto.