Dal nostro inviato a Norcia
toro
Di Cesare si presenta
Dal nostro inviato a Norcia
Stefano Brugnoli
Il direttore Petrachi ci ha tenuto a presentare di persona l’ultimo acquisto Valerio Di Cesare, in quanto rappresenta l’ennesima prima scelta...
Stefano Brugnoli
Il direttore Petrachi ci ha tenuto a presentare di persona l’ultimo acquisto Valerio Di Cesare, in quanto rappresenta l’ennesima prima scelta come i giocatori che sono arrivati o ritornati come Garofalo; per il direttore Petrachi, Di Cesare ha tutte le caratteristiche per giocare in serie A, se questo non è avvenuto è perchè qualcosa non è andata per il verso giusto però si augura che la stagione entrante sia l’annata della consacrazione per il giocatore, un giocatore di temperamento.Dopo ha spiegato come è nata la sua acquisizione e cioè che il Torino voleva scambiarlo in quanto al Vicenza serviva un centrocampista, però avendo rifiutato il trasferimento sia Loviso che Zanetti l’Atalanta si era inserita giungendo all’accordo col Vicenza, a quasto punto il Torino ha effettuato un vero e proprio blitz, fatto di febbrili telefonate e in mezzora lo scenario è cambiato grazie alla volontà del giocatore che preferiva il Torino all’Atalanta.Hai voluto fortemente il Torino, quindi il periodo passato a Mantova non ti ha influenzato.(sorride) Questa è una storia ormai vecchia di cinque anni, ho scelto il Torino perché mi hanno fortemente voluto ed era tanto tempo (da gennaio n.d.r.) che mi cercavano, ogni giocatore vorrebbe indossare una maglia gloriosa come questa, cercherò di dare il 100% anche perché ormai come è stato detto prima questo deve essere l’anno della mia consacrazione.L’anno scorso sei stato il giocatore che in B è stato il più sanzionato di cartellini, un caso o è sempre così?No, un caso anche perché all’inizio avevo un atteggiamento sbagliato nel confronti degli arbitri e protestavo spesso per decisioni che non condividevo, poi ho capito e mi hanno fatto capire che non era la strada giusta e quindi nel girone di ritorno ho preso pochissimi cartellini; tra l’altro non sono mai stato espulso direttamente, sempre per doppia ammonizione e ho preso più cartellini per proteste che per falli, quindi nonostante sia un giocatore di temperamento non mi considero un cattivo anche perché quando c’è da giocare palla a me piace.Cosa ci puoi dire dell’esperienza al Chelsea?Mi ha fatto diventare un uomo, sono andato di casa a 17 anni che ero un bambino e sono tornato due anni e mezzo dopo che ero cresciuto e in più ho imparato anche una lingua che non conoscevo. La consiglio a tutti. A questo punto interviene Petrachi dicendo, “sì, la consigli perché eri al Chelsea nel quartiere più “in” di Londra, vorrei vedere se fossi stato a Nottingham come ho fatto io se la consiglieresti e la rifaresti” e qui tutti a sorridere.
Bella l’atmosfera che si respira, spesso nei ritiri è sempre così, speriamo che quest’anno duri più a lungo.
(foto Dreosti)
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