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Djidji: “Belotti introverso, Nkoulou una guida. E quei colpi sul pullman…”

PARMA, ITALY - SEPTEMBER 01:  Duvan Zapata of Atalanta BC competes for the ball with Koffi Djidji of Torino FC during the Serie A match between Atalanta BC and Torino FC at Stadio Ennio Tardini on September 1, 2019 in Parma, Italy.  (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

Le parole del difensore francese, intervistato in diretta su Instagram: "Il messaggio importante è di restare a casa"

Redazione Toro News

"Koffi Djidji a tutto tondo: il difensore del Torino si è raccontato in un'intervista di "Les Reservistes" in diretta su Instagram. Dall'impatto col calcio italiano fino agli allenatori che hanno lasciato un segno nella sua carriera, passando ovviamente per la situazione che stiamo vivendo in Italia con il coronavirus. Queste le dichiarazioni rilasciate da Djidji.

"Come va in Italia? "Noi stiamo tutti bene, a Torino siamo vicini alla Lombardia. Io abito al centro di Torino, la gente è disciplinata, ascoltano le regole - contrariamente alla Francia, per quanto ho visto. È un mese e un giorno che siamo confinati, iniziano a scendere i morti. La mia famiglia sta bene, il messaggio importante è restare a casa".

"Siete in contatto con il club, con i preparatori? "Abbiamo un gruppo WhatsApp, i preparatori inviano degli esercizi da fare. Io faccio quel che posso in appartamento. Sono esercizi basati sulle gambe, sugli addominali. Dopo un mese senza fare niente non c'è ritmo, ma non sono vacanze. Non facciamo cambio di ritmo".

"Come ti sei ambientato nella difesa a 3? Qual è la differenza con quella a 4? "È molto diverso, con Mazzarri l'ho imparato. Sono diversi i meccanismi, noi dobbiamo adattarci alla posizione di Nicolas, il suo ruolo è più difficile. Si hanno anche più occasioni di salire, anche a noi difensori piacerebbe segnare (ride, ndr)".

""La Serie A è a un altro livello rispetto alla Ligue 1, non voglio denigrarla ma ci sono più grandi club. In Italia tutti i match sono difficili, in Francia ogni tanto ci si rilassa con le squadre di bassa classifica. A livello fisico non ho mai sofferto come qui, e a me piace correre. In ritiro si corre ogni pomeriggio, in Francia non è così".

"C'è un allenatore che ti ha colpito di più? "Francamente, Conceição. Il suo carattere, quella forma d'arroganza - che rivedo in Guardiola. Come allenatore, dal punto di vista tattico, e come uomo è un allenatore di livello top. Con Ranieri anche mi sono trovato bene, ci si allenava tanto, ma era un bel faticare. Mazzarri mi ha detto "Allenati bene, quando vedrò che stai bene ti butterò dentro". È successo con l'Atalanta, lì ho capito il livello della Serie A".

"Che ne pensi di Belotti? "È molto discreto fuori dal campo, molto introverso. Francamente non lo conosco molto. È un giocatore importante per la squadra, il capitano. È il punto di riferimento per tenere su il pallone. Abbiamo provato con le grandi di essere una buona squadra, ma certe cose non sono girate per il verso giusto".

"Il giocatore che ti ha più impressionato? "Ce ne sono tanti, ma forse quello che mi ha impressionato di più è Dybala".

"Poi una domanda su Veretout, ex compagno di Djidji ai tempi del Nantes: "È un giocatore di grande qualità, ha fatto buone stagione alla Fiorentina e quest'anno alla Roma. Lo conosco da tempo, ho seguito la sua evoluzione da giocatore e da uomo".

"Com'è il derby? "Niente a che vedere con quelli in Francia, i tifosi - particolarmente del Toro - ti supportano davvero. Anche a Nantes c'erano partite importanti, ma anche in questo caso in Italia c'è un altro livello. Quando arrivi allo stadio ci sono già i tifosi, senti i colpi sul bus quando ci si avvicina alla partita. È impressionante, la gente rispetta il calcio".