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E ora, alzare l’asticella

Editoriale / Passa con merito il Wolverhampton, più ricco e di conseguenza più forte. Al Torino spetta far tesoro di questa eliminazione

Gianluca Sartori

"Cosa sarebbe successo se il Torino si fosse presentato al playoff contro il Wolverhampton con un paio di rinforzi ben calibrati e inseriti nel gruppo a inizio estate? Normale che molti tifosi se lo chiedano; era altrettanto da mettere in preventivo che arrivare al 29 agosto senza acquisti avrebbe portato a qualche mugugno nell'ambiente in caso di mancata qualificazione ai gironi di Europa League. E quindi va ripetuto ciò che si disse dopo il match di andata: si sapeva che il Torino rischiava di non essere testa di serie ai playoff e che alcuni giocatori, come Aina, Rincon e Bonifazi, sarebbero arrivati a corto di preparazione a fine agosto. Per questo la sensazione è che almeno numericamente qualcosa in più sarebbe servito. Ma sarebbe bastato per passare il turno? Nessuno può dirlo con certezza, mancherà sempre la controprova. Anche perchè se poi vengono a mancare il leader della difesa (si è visto quanto sia pesante l'assenza di Nkoulou) nonchè i due giocatori più tecnici (Falque e Ansaldi) allora tutto diventa complicato in ogni caso.

"La certezza è che il Wolverhampton sia al momento più forte e più completo del Torino. Il perchè è presto detto: il lavoro portato avanti dalla Premier League nell'ultimo ventennio in termini di diritti tv, sponsor, merchandising, fa sì che l'Inghilterra abbia cinque delle prime sei classificate in semifinale nelle coppe europee e che la settima possa spendere 58 milioni per assicurarsi giocatori del calibro di Adama Traore e Raul Jimenez. C'è poco da fare, chi ottiene più risorse ha più possibilità di investimenti. E il settimo posto in Premier League vale più del settimo posto in campionato.

"Qualche certezza, però, ce l'ha anche il Torino. C'è un gruppo di ferro, composto di ragazzi che onorano la maglia sino allo spasimo, e c'è un allenatore valido con il quale si può pensare davvero a un ciclo duraturo. La prestazione collettiva dei granata al Molineux Stadium del Torino, vista dal vivo, è stata a tratti ammirevole e a tratti commovente per impatto agonistico e voglia di fare. Ora non si tratta di ricostruire ripartire imparando dagli errori. La squadra dovrà essere brava a rituffarsi nel campionato, a caccia dell'obiettivo sesto posto, assolutamente perseguibile, che porta ai gironi di Europa League senza dover passare dai preliminari. Al contempo, la società dovrà prendere nota di quanto accaduto nel confronto con il Wolverhampton per far capire che c'è davvero la volontà di alzare l'asticella per arrivare a quei livelli. Va benissimo la continuità tecnico-tattica, ma là dove c'è la possibilità di migliorare serve fare il possibile per riuscirci. Non possono e non devono passare altri quattro anni prima di rivedere il Torino in campo internazionale.