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Euro2008

di Edoardo Blandino

E siamo arrivati alla finale. Dopo ieri sera anche l’ultimo barlume di speranza nel vedere riproposta la fine di Portogallo 2004 – quando l’outsider Grecia sovvertì tutti...

Edoardo Blandino

di Edoardo BlandinoE siamo arrivati alla finale. Dopo ieri sera anche l’ultimo barlume di speranza nel vedere riproposta la fine di Portogallo 2004 – quando l’outsider Grecia sovvertì tutti i pronostici – è svanita nel nulla, insieme alla Russia ed allo strapotere della Spagna. Peccato. Mezza Europa era rimasta affascinata dal calcio spumeggiante russo o dalla caparbietà ed dalla intraprendenza turca. Sono certamente queste due, le sorprese migliori di Euro2008. Alla vigilia del torneo tutti erano certi di conoscere gli abbinamenti dei quarti, sicuri di aver già capito gli esiti dei gironi. L’unico dubbio poteva riguardare il Gruppo C, il cosiddetto “girone di ferro” che comprendeva anche l’Italia. Ed invece ecco che la Russia e la Turchia tirano fuori il coniglio dal cilindro, sbattendo via ancora prima dei quarti rispettivamente Svezia (e Grecia) e Repubblica Ceca. Chiunque abbia seguito le partite, esperto o no, si è subito reso conto che le vittorie di queste due nazionali non sono state casuali, ma frutto di un accurato lavoro pluriennale svolto minuziosamente che, dopo anni, ha finalmente dato i suoi frutti.

Le squadre di Hiddink non sono più una sorpresa: ormai da molti anni l’allenatore girovago riesce a portare alla fase finale e a ben figurare nei tornei Fifa e Uefa. Ma con la Russia ha probabilmente compiuto il suo capolavoro. Non solo ha scovato giocatori poco conosciuti e trasformarli in veri e propri campioni (vedi Arshavin e Pavlyuchenko), è anche riuscito a far giocare in modo spettacolare la sua squadra, mandando in crisi tutte le avversarie che ha trovato sul suo cammino, eccezion fatta per la Spagna. Certo, il fatto che il campionato in Russia abbia tempi di inizio e fine estremamente diversi dagli altri e che quindi i giocatori sovietici fossero tutti in perfetta forma ha influito notevolmente nel gioco, però è altrettanto vero che senza il lavoro tattico del mister e senza le qualità dei singoli, una squadra, anche se al top dell’aspetto fisico, non può andare lontano.

La Turchia, invece, manda segnali importanti ormai da diversi anni, qualificandosi e dimostrando un buon calcio. Però alzi la mano chi se la sarebbe aspettata tra le semifinaliste e avrebbe scommesso un euro sul suo Europeo così positivo. Terim ha trasmesso ai suoi ragazzi la grinta da lottatore che contraddistingue il suo carattere. La nazionale della mezzaluna è diventata una squadra tosta, che non molla mai: i ragazzi hanno capito le loro vere potenzialità e soprattutto si sono resi conto che le partite non finiscono al 90’, perchè il recupero può diventare un preziosissimo alleato. All’inizio i più scettici potevano chiamare Fortuna rimontare sempre e segnare il gol decisivo nel recupero, ma si sono dovuti ricredere, quando per la terza volta, contro la Croazia, Nihat e compagni hanno preso col al 119’ e pareggiato al 122’. In pochi ci credevano, Bilic e gli stessi suoi uomini erano già conviti di aver raggiunto la semifinale. Però avevano fatto male i conti: appena preso il gol i turchi non si sono persi d’animo e chi aveva perso la speranza, sdraiato a terra con lo sguardo fisso nel vuoto, è stato rincuorato e rimesso in piedi (non metaforicamente) dai compagni. Ma chi di spada ferisce, di spada perisce ed ecco che la Turchia, forte delle partite rimesse in piedi nel recupero, è stata affossata dalla Germania proprio oltre il 90’.

Nel mondo reale le belle favole spesso non si concludono con finale lieto, però finché non si mette la parola fine alla storia, è lecito sognare. Un grande applauso ad entrambe.