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Falsi in bilancio: multe per Milan, Inter e Samp

di Marco Liguori

Sono stati riconosciuti colpevoli, ma dovranno pagare ammende non troppo salate. La Commissione disciplinare ha messo la parola fine al processo sportivo per i presunti in bilancio di Milan e Inter....

Redazione Toro News

di Marco Liguori

Sono stati riconosciuti colpevoli, ma dovranno pagare ammende non troppo salate. La Commissione disciplinare ha messo la parola fine al processo sportivo per i presunti in bilancio di Milan e Inter. Entrambe le società dovranno pagare 90mila euro a testa: invece, il vicepresidente vicario rossonero Adriano Galliani dovrà pagarne 60mila, un cifra superiore ai 20mila euro dell'allora amministratore delegato nerazzurro (e attuale vicepresidente) Rinaldo Ghelfi. I fatti contestati riguardano una serie di condotte illecite dal punto di vista sportivo, tra cui plusvalenze su vendite di calciatori che sarebbero servite ad "imbellettare" i bilanci, effettuate attorno al 2003. Al riguardo, sono stati sanzionati anche tre dirigenti interisti: Mauro Gambaro con un'ammenda di 20mila euro, Gabriele Oriali e Massimo Moretti con 10mila euro ciascuno.La Commissione presieduta da Sergio Artico ha anche sanzionato la Sampdoria per analoghe vicende. In particolare, la società genovese dovrà pagare 36mila euro per responsabilità diretta. Invece Giuseppe Marotta, si legge nella sentenza, «all’epoca dei fatti Consigliere e Procuratore Speciale dell’Uc Sampdoria, per aver violato i principi di lealtà, probità e correttezzasanciti dall’art. 1, comma 1, del Codice giustizia sportiva, ponendo in essere la condotta di abnorme e strumentale valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori indicati nella parte motiva del deferimento». Marotta è stato sanzionato anche in qualità di amministratore delegato del Doria «ponendo in essere le condotte consistenti nella mancata svalutazione nei bilanci successivi a quello chiuso il 30 giugno 2003 come meglio precisato nella parte motiva e nelle situazioni patrimoniali al 31 marzo 2004, al 31 marzo 2005 e al 31 marzo 2006, delle poste attive già contabilizzate al 30 giugno 2003, condotte connesse fra di loro e con quelle di cui al punto 1 della parte dispositiva, e tutte finalizzate a far apparire perdite inferiori a quelle realmente esistenti». In totale, il dirigente dovrà pagare 20mila euro. Invece il presidente blucerchiato Riccardo Garrone dovrà pagare 18mila euro. Nella sentenza si spiega che ha posto «in essere la condotta consistente nella contabilizzazione nel bilancio chiuso il 30 giugno 2003 della plusvalenza (fittizia) derivante dalla stipula dei contratti di cessione con corrispettivi di gran lunga superiori a quelli realmente attribuibili nonchè le condotte consistenti nella mancata svalutazione nei bilanci dei successivi esercizi, delle poste attive già contabilizzate al 30 giugno 2003, come meglio precisato nella parte motiva, condotte connesse fra di loro e con quelle di cui al punto 1 della parte dispositiva, e tutte finalizzate a far apparire perdite inferiori a quelle realmente esistenti».

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