di Valentino Della Casa - “Il rammarico è di non aver giocato”. Le lapidarie parole di un lapidario Ventura, raccolte dal nostro inviato a Pescara Gianluca Sacchetto, non possono che lasciare dopo il big match (mancato) tra le prime due forze del campionato tanta amarezza per il tifoso granata. Già, perché ieri in campo è scesa soltanto una squadra, che ha confermato l'ottimo stato di forma dell'ultimo periodo e la cui partita disputata è stata semplicemente perfetta. Ma il tempo di processi non è ancora arrivato, né quello dei giudizi definitivi.Qualche cosa da sottolineare, però, c'è, ed è quella clamorosa mancanza di efficacia offensiva da parte del Torino, nonostante le premesse di partita dal grande spettacolo secondo tutti gli addetti ai lavori. Nulla, totalmente nulla. Se si esclude il volenteroso Pasquato (forse un po' più di fiducia in questo talentuoso ragazzo poteva essere accordata, nel famoso tour de force finale in cui non ha mai, neanche per un minuto, visto il campo), tutti i compagni del reparto d'attacco hanno prodotto poco o niente, abbandonandosi a conclusioni velleitarie e dimenticando completamente di poter essere una squadra semplicemente concreta. E in effetti, ci accodiamo proprio a quanto nel post partita: il Toro ieri non ha proprio giocato, nonostante di fronte avesse un avversario che, teoricamente, avrebbe dovuto esaltare in particolar modo le caratteristiche dei giocatori e del gioco di Ventura. Ma non è possibile in questo momento anche solo ipotizzare di fasciarsi la testa. Chiusa questa parentesi dolorosa e doverosa, ora il Torino dovrà subito guardare avanti, e a Ventura si prospetta un'altra sfida, quella probabilmente più difficile di tutte da quando è arrivato in granata: fare in modo che il Toro non faccia il “solito” toro. Perché nonostante tutto, un piccolo vantaggio sulla nuova capolista (dopo un anno pressoché sempre in vetta, a due passi dalla meta sono ora i granata a dover inseguire) continua a rimanere, e fra pochissimi giorni Bianchi e compagni potrebbero legittimarlo. Torino-Sassuolo e Pescara-Livorno (con gli amaranto in vantaggio su biancoazzurri) costituiranno il momento probabilmente più importante di tutta la stagione per tutte e quattro le squadre, seppur per motivi diversi. Il Livorno gioca per non distruggere ulteriormente una tragica stagione dal punto di vista sportivo e non solo; Pescara e Sassuolo viaggiano sulle ali dell'entusiasmo, consci che tutto quello che verrà, qualsiasi sia il verdetto a fine stagione, sarà puro oro colato. E poi c'è il Toro, che quest'anno non può veramente più fallire e che martedì sera all'Olimpico dovrà necessariamente mettere in campo tutte le energie rimaste, tutto quell'orgoglio che non può far tollerare un secondo posto -con il rischio, occhio anche al Verona, addirittura di giocare i play off!- dopo una stagione cominciata bene e proseguita anche meglio.Quel che è certo, è che si andrà fino alla fine. E questo, forse, il tifoso granata -anche quello più ottimista di tutti- già lo sapeva. Le cose semplici non sono proprio di casa, e se non ci pensano i ricorsi, se non ci pensano gli arbitri, ci pensa la squadra. Ma questo collettivo ha i numeri, ha i giocatori per poter centrare l'obiettivo. È tutta una questione di mentalità. È solo una questione di mentalità.
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Fino all’ultimo
di Valentino Della Casa - “Il rammarico è di non aver giocato”. Le lapidarie parole di un lapidario Ventura, raccolte dal nostro inviato a...
(foto N. Campo)
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