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Gli ex di Udinese-Torino

Ritorna Udinese-Torino. E ritorna con facce nuove da una parte e dall’altra. Tuttavia le due formazioni possono vantare in rosa alcuni calciatori, anche di alto livello, che hanno dato qualcosa, nel loro passato, per la squadra che...

Redazione Toro News

Ritorna Udinese-Torino. E ritorna con facce nuove da una parte e dall’altra. Tuttavia le due formazioni possono vantare in rosa alcuni calciatori, anche di alto livello, che hanno dato qualcosa, nel loro passato, per la squadra che incontreranno come avversaria. La lotteria degli ex per quanto riguarda l’Udinese e il Torino è abbastanza intrigante, soprattutto per i granata, che hanno messo mano al carrello bianconero in diverse occasioni. Tutte scelte che si sono rivelate lungimiranti.

Partiamo dalla difesa del Toro, che per due quarti dei titolari proviene dalla rosa friulana. Stiamo parlando di Marco Motta e Cesare Natali.

Marco Motta, classe ’86, è cresciuto calcisticamente nell’Atalanta, società riconosciuta per la particolare attenzione dedicata al settore giovanile. Nato a Merate, il terzino granata ha esordito contro la Roma, con la casacca nerazzurra, a soli 18 anni, e nella sua prima stagione in massima serie ha collezionato 19 presenze. Motta approda all’Udinese in comproprietà nel 2005, ma il primo ano è sfortunato poiché un infortunio gli impedisce di esplodere. Ci riesce l’anno dopo, quando scende in campo 16 volte, non delude le aspettative e va a giocarsi l’Europeo del 2007 in Olanda. Per la stagione 2007/2008 l’Udinese lo cede in prestito con diritto di riscatto al Toro. Il resto è noto…

Anche Cesare Natali, classe ’79, è scuola Atalanta. Il poderoso centrale nato a Bergamo rimarrà fedele alla squadra della sua città (salo brevi parentesi al Bologna e al Monza) fino alla stagione 2005/2006, quando viene acquistato dall’Udinese. Con la maglia bianconera Natali riesce a raggiungere palcoscenici che fino a pochi anni prima sembravano lontani anni luce. Stiamo parlando della Champions League. E se l’Udinese giocò quella competizione, gran parte del merito va proprio a Cesare Natali, che segnò il gol decisivo nei preliminari contro lo Sporting Lisbona. Purtroppo l’avventura europea dei friulani non fu altrettanto felice, e lo stesso Natali, nel magico teatro del Camp Nou contro il Barcellona, si infortuna in maniera grave, e rimane fermo molti mesi. Tornerà tuttavia in piena salute, e le sue ottime prestazioni convinsero il Torino, che lo acquista nel luglio del 2007.

E siamo arrivati alla ciliegina.

Dopo un’estate tormentata per i soliti scandali sul calcio scommesse, ritorna sul terreno di gioco un calciatore dotato di una tecnica al di sopra della media, imprevedibile, intelligente, un uomo in più. David Di Michele. Nato a Guidonia nell’Epifania del 1976, cresce calcisticamente nella Lodigiani. La sua ascesa verso le vette del calcio italiano avviene in maniera vertiginosa: dopo la Lodigiani in C1, il Foggia lo ingaggiò in serie B, e Di Michele giocò ben 68 match segnando 14 volte. Poi è la volta della Salernitana, squadra con cui comincerà a urlare il suo nome in serie A, fino al 2002, quando giunge proprio all’Udinese. Il primo anno in bianconero è molto soddisfacente, con 5 gol in 25 partite, poi arriverà il trasferimento a Reggio Calabria, dove si fermarà 2 anni contribuendo alla permanenza in A della compagine amaranto con 15 gol in 62 partite. Poi il ritorno all’Udinese, con altri 2 anni gloriosi, in cui ci è scappata pure la Champions League, in seguito un’ottima annata in rosanero, e infine il Torino, nel 2007/2008.

Su sponda friulana, invece, abbiamo un solo ex, ma d’eccezione: parliamo di Fabio Quagliarella, il nuovo funambolo del calcio italiano, nato a Castellamare di Stabia (NA) nel 1983. Quagliarella cresce calcisticamente proprio nel Torino, e nel 2000, a 17 anni, esordisce in serie A nella partita vinta dal Toro 2 a 1 contro il piacenza. La permanenza in granata dura 3 anni, ma le possibilità di giocare sono poche, e le presenze appena 5. Viene quindi ceduta a quella che all’epoca si chiamava Florentia Viola, e con l’aiuto di illustri compagni di squadra come Di Livio e Riganò, riesce a mettersi in mostra e ad attirare significativamente l’attenzione. Dapprima, il ragazzod i Castellamare passa al Chieti dove disputa un sontuoso campionato di serie C1 con 43 presenze e 19 gol. Ciò convince il Toro a riprenderlo, per il campionato di serie B del 2004/2005. 8 gol e 35 presenze per lui, e promozione per il Torino. Sebbene il giocatore sia intenzionato a rimanere in granata, la crisi economica porta il Torino a cederlo all’Ascoli, dove gli viene comunque garantito un posto da titolare. Quella ad Ascoli e la successiva a Genova con la Samp saranno annate fortunate per Quagliarella, che approda a Udine nel 2007 con l’obiettivo di diventare uomo di punta della squadra di Marino, insieme a Di Natale. Nel frattempo non si è fatta attendere nemmeno la nazionale di Donadoni. Il suo esordio, a marzo, consiste in otto minuti giocati contro la Scozia (2 a 0 per l’Italia). Gioca titolare per la prima volta a Kaunas, contro la Lituania, il 6 giugno. Fabio Quagliarella incanta lo stadio con una doppietta messa a segno con due eurogol. Non ha sorpreso più di tanto gli spettatori italiani, abituati alle sue grandi giocate, coraggiose e forse troppo audaci alle volte, ma che nella maggior parte delle occasioni hanno fatto centro.

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