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Chi è Herczeg: l’allenatore con una carriera legata a doppio filo al Debrecen

Chi è Herczeg: l’allenatore con una carriera legata a doppio filo al Debrecen

Focus on / Carriera e curiosità sull'allenatore che proverà a fermare la corsa europea del Torino

Marco De Rito

Cinque stagioni da calciatore del Debrecen, dopo il rapporto è proseguito anche in panchina. La carriera di András Herczeg è legata a doppio filo al club ungherese che affronterà il Torino il 25 luglio. Dopo gli anni d'oro dove il Debrecen conquistò 7 campionato, 6 coppe nazionali e 5 supercoppe, è arrivata la crisi. Due anni fa c'è stato il rischio concreto di retrocedere e così il presidente Gabor Szima decide di richiamare in panchina András Herczeg, che è subentrato a Leonel Pontes. A una giornata dalla fine, Herczeg è riuscito a salvare la squadra e aprire un nuovo ciclo.

I TRASCORSI - Herczeg era una vecchia conoscenza del Debrecen, avendo giocato nel club dal 1974 al 1979. Nel 1994 ha ricoperto il ruolo di vice allenatore del Debrecen. A parte l'esperienza nell'Ungheria Olimpica (1998-99), nel Tiszaújváros (2000-01) e Létavértes (dal 2001 al 2004) la sua carriera da allenatore l'ha trascorsa al Debrecen facendo tutta la gavetta sia nelle giovanili ma anche come vice allenatore. Alla guida del club Herczeg - tra il 2007 e il 2010 - aveva già vinto due campionati e portato il club ai gironi di Champions League.

IL NUOVO CICLO - L'allenatore classe 1956 dopo esser tornato alla guida del Debrecen nel 2016 ha aperto un nuovo ciclo fortunato. Nel 2017-18 ha chiuso il campionato 5°, mentre nel 2018-19 è riuscito a centrare il terzo posto che gli ha permesso l'accesso alle qualificazioni di Europa League. Herczeg ha trovato la quadra vincente schierando i suoi giocatori con il 4-4-2 o il 4-1-4-1. Dopo esser riuscito a superare l'ostacolo Kukesi, l'allenatore nativo di Gyöngyös (cittadina nell'Ungheria settentrionale) cercherà l'impresa con i granata. Herczeg è consapevole che il tasso tecnico tra le due formazioni è diverso ma senza dimenticare che la preparazione degli ungheresi è più avanzata rispetto a quella del Toro.