L’importante era vincere e il Torino contro il Verona ha vinto. Certamente con tanta sofferenza finale ma questo ormai è un leitmotiv che per adesso nessuno sa spiegare. È come se i granata soffrissero della sindrome di una paura che arriva di solito negli ultimi 30 minuti finali. Questa volta sono dieci i minuti in cui il Toro ha iniziato ad arretrare il baricentro facendosi schiacciare in area. E buon per il Toro che ha trovato in Milinkovic-Savic un portiere che non sarà un esempio stilistico di parate plastiche, ma che si fa sempre trovare pronto e lo ha dimostrato ancora una volta domenica contro i gialloblù dell’Hellas.
CONTROCORRENTE
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Se non fosse stato reattivo al 94° minuto sul colpo di testa di Ceccherini oggi potremmo scrivere che il pareggio per la testardaggine finale dei veronesi nell’arrembaggio finale sarebbe stato giusto. Bisogna però vedere anche il bicchiere che stavolta appare per tre quarti pieno visto che con la vittoria contro la squadra di Tudor i granata sono balzati al 10° posto e si sono accomodati nella parte sinistra della classifica. Il che non guasta e si può solo essere soddisfatti.
Sicuramente l’espulsione di Magnani al 22’ e quindi la superiorità numerica hanno messo il Toro in una condizione favorevole di giostrare a più piacimento in mezzo al campo con un possesso palla efficace ma che in realtà ha prodotto molto poco dal punto di vista delle occasioni da gol. Tant'è che la rete del vantaggio granata è arrivata, dopo la pausa Var, al 25’ grazie ad un occasione nata dal calcio di punizione di Rodriguez che ha staffilato in mezzo all’area e che ha trovato pronto Pobega, dopo un batti e ribatti, a buttare in rete.
Per il resto i granata hanno trovato in Pobega e in Lukic due leader del centrocampo, il primo sempre a stantuffare avanti e indietro, dando mai spazio e soffiando sul collo ad ogni avversario, il secondo a farsi sempre vedere dai compagni per ricevere palla e dare geometria al centrocampo.
Per onor di cronaca il Toro dei primi 45 minuti è piaciuto per i ritmi con cui ha condotto la gara, passaggi di prima, velocità e buoni movimenti senza palla; ma nel secondo tempo, dove come squadra in vantaggio avrebbe avuto bisogno di magari rallentare un po' i ritmi, ecco che va in difficoltà con la chiara incapacità di andare a far male agli avversari, perdendo di fatto in aggressività.
Per adesso la vittoria è tutto fieno in cascina, anche perché già mercoledì la cornice di San Siro sarà di una difficoltà quasi insormontabile, ma la palla come si suole dire è rotonda e non bisogna mai pensare di essere battuti in partenza.
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