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Il Toro e la Nazionale? Un rapporto che deve durare

Cerci e Immobile in Nazionale? La dimostrazione che Ventura ci sa fare. L'obiettivo? Proseguire su questa strada affinchè il Brasile sia il punto di partenza

Federico Lanza

"Sono passati i tempi in cui era il Torino il “serbatoio” della Nazionale italiana. E non la Juventus. Ma i tempi cambiano, il calcio si evolve. Che ci vogliamo fare… Nella leggenda del Grande Torino c'è una perla di Storia che brilla di luce propria: la presenza di ben dieci giocatori granata nell'Italia che l'11 maggio 1947 sconfisse la temibile Ungheria per 3-2. Un record. Né prima, né dopo, nessuna squadra riuscirà mai a identificarsi totalmente nella Nazionale. E viceversa. Seguire la Nazionale era come tifare il Torino, ed è quello che più o meno tutta l'Italia faceva, stupita e innamorata di quella squadra che incarnava quel preciso momento storico che era il II dopoguerra. E che, contemporaneamente, stava andando incontro al proprio destino, cinico e brutale. L'unica eccezione era il portiere della Juventus Sentimenti IV. Ma che importava?

"Sono passati quanti? 67 anni? Il Torino ha sempre fornito – seppur in maniera incostante – almeno un giocatore alla causa azzurra. L'ultimo è stato Angelo Ogbonna. Se il Torino si trova in un'invidiabile posizione di classifica, a meno 4 dalla salvezza, lo devo anche e soprattutto ad Alessio Cerci e Ciro Immobile. Nessuno avrebbe scommesso sull'attaccante di Torre Annunziata, invece Petrachi ci aveva visto lungo già dall'inizio. Quest'azzardo da casinò ha portato al Toro 13 gol, 2 assist che sommati alle 10 reti e 11 assist di Alessio Cerci, ne fanno la coppia italiana più prolifica da questo punto di vista. Insomma, numeri da capogiro, che hanno convinto anche il c.t Prandelli a concedere una chance ai due granata.  Numeri che fanno ben sperare e, sebbene le prestazioni dei due giocatori siano in leggero calo, non possiamo e non dobbiamo escludere a priori una doppia convocazione. Il che sarebbe importantissimo. Perché?

"Perché darebbe continuità ad un rapporto, quello tra il Toro e l'Azzurro, iniziato due anni fa con la convocazione di Ogbonna, proseguito con la presenza di Cerci alla Confederations Cup e, adesso, con la prima convocazione per Immobile. Se l'obiettivo di qualsiasi settore giovanile è formare un giocatore che, in futuro, possa ambire alla prima squadra e poi a rappresentare l'Italia nel mondo (e con Ogbonna questo è perfettamente riuscito), è altrettanto vero che un giocatore in nazionale (qualunque essa sia) rappresenta un'innegabile orgoglio – per la società come per il giocatore – e un riscontro dell'ottimo lavoro svolto dall'allenatore. E se il Toro può vantare ben otto giocatori impegnati con le rispettive selezioni, merito non è che di Giampiero Ventura. La strada intrapresa è quello giusta, ora bisogno solo rimboccarsi le maniche e lavorare. Affinchè il Brasile non rimanga solo un suggestivo luogo di vacanza.