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Juric si limita a un cambio all’85’: ma Pjaca e Ansaldi potevano servire

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Il confronto tra i due tecnici dopo lo 0 a 0 del “Dall’Ara” di Bologna: Mihajlovic sfrutta appieno la sua panchina, solo Sanabria per Belotti tra i granata

Andrea Calderoni

La domanda sporge spontanea dopo aver assistito a Bologna-Torino: fare solo un cambio (a cinque minuti dalla fine) in un match tirato e dispendioso come quello del “Dall’Ara” contro il Bologna è stato giusto o sbagliato? La risposta di Ivan Juric è stata lapidaria: “La squadra stava andando bene, non c’era bisogno di cambi”. Il croato ha tolto all’85’ Andrea Belotti e ha inserito Antonio Sanabria. Solo un cambio sui cinque disponibili (non la prima volta in cui Juric quest'anno è apparso refrattario all'utilizzo delle sostituzioni). In panchina sono rimaste per l’arco di tutta la gara alcune pedine importanti, su tutte Marko Pjaca. Era, in effetti, lecito attendersi in campo l’ex Juventus e Fiorentina nel finale, per il quale il Torino non ha comunicato alcun problema fisico negli ultimi giorni. Se Tommaso Pobega ha retto l’urto durante l’intera partita, invece Josip Brekalo è stato in ombra per tutta la partita, palo a parte. Anche per questo i granata hanno prodotto meno occasioni da rete di quelle che avrebbero potuto esserci. Considerando anche l’assenza di Dennis Praet, era atteso l’ingresso di Pjaca proprio per Brekalo nel corso della ripresa: così non è stato. Lo stesso Belotti era evidentemente in una giornata poco brillante e non sarebbe stato fuori luogo sostituirlo prima con Sanabria. Juric lo ha tolto al minuto 85 e ha influito anche la botta sul viso che aveva preso in un contrasto con Dijks.

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ESTERNI - Lo stesso tecnico granata ha evidenziato la scarsa prolificità sotto porta con la seguente affermazione: “Ci è mancata la lucidità davanti alla porta”. Ha anche aggiunto che la dea bendata non ha aiutato la sua squadra, ma l’aspetto su cui focalizzare l’attenzione riguarda proprio la lucidità in zona realizzativa. Non è la prima volta che si verifica in questa stagione, soprattutto in trasferta. Proprio per questo si potrebbero mischiare un po’ di più le carte a gara in corso per provare a scoccare nuove frecce. Ad esempio, anche sugli esterni si poteva intervenire. Assodato che Ola Aina ha perso terreno nelle gerarchie, un Cristian Ansaldi nei minuti conclusivi avrebbe potuto fare al caso del Torino grazie al suo piede educato e alla sua abilità nell’uno contro uno. Almeno un altro paio di sostituzioni, dunque, erano possibili e avrebbero potuto aiutare il Torino a vincere una partita ben giocata. Dall'altra parte, Sinisa Mihajlovic è stato costretto a tre sostituzioni forzate per problemi fisici dei suoi: due cambi al 60’, uno al 76’ e due all’80’. Segnale del fatto che i rossoblù più che i granata sembravano in fatica nel finale di gara. Chissà se giovani come Seck o Warming avrebbero potuto dare un'iniezione di freschezza mettendo in difficoltà una squadra stanca come sembrava essere il Bologna.

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DUELLO - Detto delle mancate sostituzioni di Juric, bisogna dire che il Torino ha sfornato un’altra buona prestazione lontano da casa, facendo meglio rispetto alle sconfitte interne con Cagliari e soprattutto Venezia. Rispetto al match d’andata la partita a scacchi tra Mihajlovic e Juric è stata sostanzialmente più equilibrata. Ma ai punti i granata avrebbero meritato indiscutibilmente la vittoria. Un’altra nota da evidenziare: Samuele Ricci ha trovato spazio da titolare sfruttando l’assenza di Sasa Lukic e il suo apporto (con Pobega spostato nuovamente sulla trequarti) è stato soddisfacente per il tecnico granata.

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