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L’analisi dei gol di Torino-Lazio 4-0: palle perse banalmente e scollamento tra i reparti

Analisi / La spaccatura dei reparti ha creato un terreno fertile per le occasioni e i gol biancocelesti

Gualtiero Lasala

Il Torino ha colto una batosta in terra capitolina contro la Lazio, perdendo 4-0 in casa biancoceleste e toccando molto probabilmente il punto più basso della gestione Mazzarri. Se si vanno ad analizzare i gol della serata, si nota come siano tutti una conseguenza di errori banali e disattenzioni.

Si parte dal primo gol, in cui la difesa granata era schierata, i centrocampisti però troppo schiacciati sulla linea difensiva. Il pallone è stato consegnato da Milinkovic-Savic all'indietro per Acerbi, che ha avuto una quantità di spazio enorme per pensare e poi tirare.

La conclusione, poi, è stata molto precisa, angolata e con un effetto che ha ingannato Sirigu: il portiere ha calcolato male la traiettoria, ma forse non ci sarebbe comunque arrivato. L'errore principale è che si è lasciato troppo spazio al difensore, che ha calciato senza il minimo disturbo: lo stesso Acerbi nell'intervista flash all'intervallo ha confessato che già in precedenza si era accorto che il Torino lasciava spazio per avanzare e calciare.

Si passa quindi al raddoppio di Immobile che, psicologicamente, ha messo fine all'incontro. Il tutto nasce da una sanguinosa palla persa da Simone Zaza in zona offensiva: Luis Alberto ha raccolto la sfera e senza disturbi ha lanciato il compagno Immobile.

Si nota che ci sia una grande spaccatura tra difesa e centrocampo, con Izzo che si era sganciato per accompagnare l'azione e infatti l'attaccante biancoceleste si trova ad affrontare un 1 contro 1 con Nkoulou in campo aperto.

Anche in questo caso, grande il talento di Ciro Immobile, che si sposta la palla e calcia con potenza sul primo palo. Il difensore granata non ha cercato il contrasto, provando soltanto a chiudere lo spazio sul secondo palo (anche perchè era già ammonito), è invece parso sorpreso Sirigu, che ha preso gol sul suo palo. Nonostante, lo si ripete, il tiro di Immobile era potente, il portiere avrebbe potuto essere piazzato meglio.

Passando al secondo tempo, ecco l'episodio del rigore che è la fotocopia identica del secondo gol. Questa volta è Belotti a perdere un pallone sanguinoso, che dà il via alla ripartenza veloce della Lazio, ancora con quella lepre di Luis Alberto. Ci sono praterie per avanzare, i reparti del Torino sono assolutamente scollegati.

Il giocatore laziale si proietta verso l'area di rigore, viene chiuso da Izzo e Lyanco, e decide di servire il più smarcato Caicedo.

L'attaccante di Inzaghi si trova 1 contro 1 con Nkoulou: il difensore camerunese vuole tentare l'anticipo, per non sbagliare come sul primo gol, ma interviene mancando il pallone e stendendo l'attaccante. Rigore netto, che Immobile batte benissimo spiazzando Sirigu.

Si conclude quindi con la quarta rete, che è a dir poco rocambolesca. Il Torino già negli spogliatoi mentalmente (tranne un orgoglioso Armando Izzo) e concede ancora un ultimo calcio d'angolo. Addirittura, i due capitani avevano appena convenuto di non giocare un inutile recupero che avrebbe soltanto allungato la sofferenza granata.

Luis Alberto è andato quindi a battere l'ultimo corner, scegliendo una traiettoria a giro verso la porta. Il generoso ma stanco Gallo Belotti ha saltato, sfiorando solamente il pallone e ingannando così Sirigu, che non è riuscito a parare il pallone, terminato in porta. Un gol che si sono fatti da soli Belotti e Sirigu, i due migliori calciatori del Torino: è l'azione emblema della serata granata.

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