"Il pareggio del derby è stato l’ennesima conferma: il Torino di Mazzarri è una squadra ordinata e quadrata. I giocatori si trovano bene nell’organizzazione conferita da Mazzarri, i cui dettami sono stati assorbiti. Il processo, iniziato l'anno scorso, non è stato breve ma adesso i risultati si vedono. La squadra non gioca un calcio spumeggiante ma è un Toro sempre equilibrato, robusto e roccioso. Ormai tutti gli effettivi sono integrati e la forza delle idee di Mazzarri è evidente, il lavoro effettuato sin dalla scorsa estate sta portando i suoi frutti, detto che sarà solo il finale di stagione a determinare la compiutezza dell’annata.
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Il Toro e quell’alchimia che funziona: il gruppo sa sopperire alle assenze
Approfondimento / I granata hanno imparato talmente bene modulo e movimenti, che chiunque metti all'interno del contesto non fa danno e dà il suo contributo
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"IL DERBY - Il Torino è una squadra che non solo può cambiare spartito tattico a gara in corso, ma anche gli interpreti. Quando c’è stato bisogno, il gruppo ha saputo sopperire ad assenze anche importanti. Per fare un esempio, con l’Atalanta i granata hanno saputo vincere senza Rincon in mezzo al campo. Contro il Milan, senza Baselli e Falque, il Torino ha vinto 2-0. Nel derby, senza una pedina fondamentale come Moretti, Mazzarri ha puntato sull'inserimento di Bremer, che ha giocato una buona partita. Certo è arrivata la sbavatura in occasione del gol di Cristiano Ronaldo, ma è stato probabilmente l’unico errore del match, e forse avversari di minor livello non lo avrebbero punito con quella puntualità. In generale, la difesa granata ha retto piuttosto bene, soffrendo semmai dalla parte destra, quella opposta a dove giocava Bremer.
"ECOSISTEMA TORO - Pure Lukic e Berenguer con il passare delle giornate, anche a casa dei problemi fisici, hanno scalato le gerarchie una volta inseriti hanno saputo adattarsi nell' "ecosistema-Toro". I giocatori in questione hanno dimostrato che immedesimandosi nel ruolo e nel compito annesso si possono fare buonissime cose. Questo non è solo di buon auspicio per le ultime 3 partite che decreteranno se il Toro potrà ritornare a calcare palcoscenici internazionali, ma anche per la prossima stagione: i granata, fatte salve le dinamiche di mercato sempre imperscrutabili, ripartiranno da un gruppo ben delineato che già conosce ciò che vuole il tecnico.
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