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Miseria e Nobiltà

di Flavio Bacile

 

Una tra le più belle commedie scritte da Eduardo Scarpetta, padre di Eduardo e Peppino De Filippo solo per citare i più...

Redazione Toro News

"di Flavio Bacile

Una tra le più belle commedie scritte da Eduardo Scarpetta, padre di Eduardo e Peppino De Filippo solo per citare i più famosi tra i suoi figli, Miseria e Nobiltà, poi portata sul grande schermo da Totò e da Enzo Turco, sintetizza in una sola battuta la situazione dei tifosi del Torino.

Ed è proprio dei tifosi del Toro, che vorrei parlarvi oggi in questo mio sfogo.

In ogni caso, spazio prima a quella singola battuta, che racchiude nella sua semplicità, per quanto mi riguarda almeno, la sintesi estrema di una vita vissuta in attesa che qualcosa di speciale capitasse in casa Toro.

Felice Sciosciammocca (Totò) è uno scrivano squattrinato che condivide la casa con l'amico Pasquale (Enzo Turco) di professione fotografo ambulante. In due vivono con le rispettive famiglie nella più completa indigenza in una casa popolare, in perenne ritardo con l’affitto da pagare e con il menage familiare da portare avanti, malgrado tutto.

A seguito di un litigio tra la moglie di Pasquale e la compagna di Felice, il primo alza le braccia sconsolate al cielo ed esclama: “ Feli!, qua veramente si mangia pane e veleno”, ribatte il secondo .” No Pasqua! Solo veleno”.

Ed è proprio quello che sta capitando ha noi “poveri” tifosi del Toro.

"Ogni volta che ci sediamo a tavola e c’illudiamo di mangiare almeno del pane, ci ritroviamo ad ingurgitare veleno.

Ho già detto, che non ho voglia di parlare della squadra, ne dei singoli protagonisti, ma esclusivamente di noi tifosi, ed è quello che spero di fare.

Per quanto riguarda noi tifosi, dopo la batosta subita in casa contro l’ultima in classifica, sicuramente quello che domina il nostro animo, è lo sconforto più che la confusione o la rabbia.

Afflizione e dolore, per un’identità che sentiamo forte in noi e che vorremmo vedere applicata in campo sempre, oltre ogni risultato, oltre ogni limite, oltre ogni avversità.

Ed è in questo che il Toro è mancato nel secondo tempo contro l’Empoli.

Il Toro si è smarrito quando non ha sentito il calore e l’urlo della sua gente, che lo incitava ad attaccare, a cercare il bottino pieno, senza paura e senza tatticismi.

Il Toro si è perso quando ha avuto paura di perderla quella partita, quando ha sentito l’Empoli crescere, quando ha corso i primi pericoli,quando ha pensato che forse un pareggio non era proprio da buttare.