"Da Firenze alla Fiorentina, il Toro tocca un'altra volta il fondo. I granata hanno messo in campo una prestazione disarmante per pochezza tecnico-tattica e caratteriale, palesando uno stato mentale e fisico da brividi. E la quarta sconfitta consecutiva non è certamente una casualità. Per analizzare la situazione attuale in cui versa il Torino, abbiamo dato la "Parola al Mister" Rosario Rampanti, che ci ha risposto così.
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Rampanti: “Si è toccato il fondo. Ieri dovevano presentarsi tutti davanti ai microfoni”
Parola al Mister / Il nostro Serino Rampanti analizza l'ennesimo tonfo granata contro la Fiorentina: "Non è la prima volta che il Toro si trova in questa situazione..."
"Serino, ieri si è toccato il fondo. Come ti spieghi questa involuzione mentale, tecnica e fisica?
"Si, si è toccato il fondo. Io comincerei con una panoramica un po' più vasta. Io seguo da tanto il Torino, da quando in quella squadra giocavano Tacchi e Armano (57-58), e ti assicuro che negli anni ho visto situazioni ancora più gravi di quella attuale. Ricordo le annate delle retrocessioni e delle risalite, sono abituato ad un Toro da depressione e da entusiasmo. Questo è un periodo più da depressione. Ti accenno ad un episodio quand o c'ero anche io: nel 70/71 si rischiò la retrocessione (e ci salvammo alla penaultima giornata), e in quella squadra oltre il sottoscritto ci giocavano vere icone granata, come Castellini, Sala, Pulici, Ferrini Puia, Fossati, Agroppi, Cereser eccetera. Questo per dire che possono capitare periodo di questo tipo anche con grandi giocatori. Fu un campionato di fischi e contestazioni. Si vinse però la Coppa Italia, eliminando Napoli e Roma, e battendo in finale il Milan di Rivera.
"Ma in che modo questo si lega alla situazione attuale?
"L'anno dopo rischiammo di vincere lo scudetto senza grandi rivoluzioni, ponderano le cose e mantenendo i nervi saldi si compresero che in quegli uomini c'era personaggi di valore. Il raffronto col Toro attuale lo fa chi legge. L'insegnamento di quel periodo è che troppo spesso nel calcio ci si fa prendere dall'entusiasmo e dalla depressione. Invece nei momenti difficili si deve stare calmi e cercare di mantenere la lucidità nell'analizzare. Tenendo presente che in questo periodo attuale la squadra sta pagando a caro prezzo anche situazioni non riferibili a questione tecniche.
"A cosa ti riferisci?
Mi riferisco alla precedente gestione e alla situazione che si sta volutamente creando intorno alla squadra. Ad esempio, pensiamo a che cosa ha fatto di eclatante Cairo in questo periodo, dal punto di vista editoriale. E' sbarcato a Torino con il suo giornale e ha destabilizzato la situazione, e ci sono gli avversari che caricano a testa bassa. E i calciatori secondo me sono inevitabilmente un po' succubi di questa situazione. Sono in questo momento carenti nel respingere questo clima.
Venendo al campo, la partita di ieri ha visto un Toro senza idee e senza anima.
Ieri io ho visto una squadra persa in campo, dal punto di vista mentale. Come me lo spiego? Ti ho voluto fare dei raffronti con il passato per farti capire che a volte si creano situazioni ambientali dove devi nuotare controcorrente, e quando trovi, poi, arbitri del genere vuol dire che ci sono anche combinazioni sfavorevoli. E la squadra non ha forza di reagire. Quegli uomini del '70 incarnavano i valori del Toro, ma venivamo fischiati lo stesso e ci siamo salvati all'ultima giornata. Mi ricordo che alcuni dei miei compagni si presero a pugni con dei tifosi. Il Torino è abituato a queste cose.
Ieri i tifosi della Maratona hanno scioperato per protesta.
E' giusto che i tifosi ne vogliano venire fuori, ma bisogna fare tesoro del passato perché a volte si può anche esagerare nel deprezzare quello che hai. Capisco la frustrazione, ma a volte si esagera. Questi giocatori non li farei diventare così scarsi, perché secondo me è la situazione ambientale ad essersi complicata.
Tornando ai giocatori in campo, ieri (più di) qualcuno ha dato l'impressione di trovarsi già in vacanza.
Qualche giocatore ha già staccato la spina sbagliando. Sbagliando grossolanamente. Emiliano Moretti unico a metterci la faccia? Uno degli errori capitali di Miha fu togliergli la fascia, e io l'ho sempre detto. Ha deligittimato forse l'unico che poteva tenerla, uno di quelli che faceva parte dello zoccolo duro. Ha deligittimato chi non doveva, insomma. Comunque il tecnico serbo fa parte del passato passato e pensiamo al presente. Sarebbe stato bello che ieri dopo quella prestazione si fossero presentati tutti davanti ai microfoni.
Inevitabilmente, sul banco degli imputati ci sono anche Cairo e Petrachi - che di fatto devono rispondere di un fallimento tecnico-sportivo all'orizzonte.
Se c'è una cosa da rimproverare a Cairo è quella probabilmente di aver lasciato andare su troppe cose. Ad esempio su certe decisioni, sulla scelta di certi giocatori, di certi investimenti. Ci sono tante cose che Cairo poteva controllare meglio dall'alto. Acquisti che di fatto non han mantenuto le premesse... Cairo ha sbagliato a lasciar correre, e sicuramente si sarà anche pentito di non aver deciso prima in alcuni momenti. Sicuramente adesso si sta profilando un fallimento per un obiettivo mancato. La realtà dice questo, miracoli a parte.
Infine, una nota su Belotti e Ljajic. Il Gallo non ha certo brillato pur tornando al gol, mentre il serbo ha mandato un segnale chiaro a Mazzarri.
Su Belotti dobbiamo estrapolare il gol dalla prestazione complessiva, perché Belotti è dentro al calderone come tutti gli altri. Il gol non salva nessuna singola prestazione. Su Ljajic sono convinto che lui sia una risorsa e che probabilmente l'allenatore si sia pentito di non averlo messo prima. Questa decisione fa parte di un percorso di presa visione completa della situazione. Mazzarri sicuramente ha capito concretamente che d'ora in poi bisognerà iniziare ad utilizzare anche questa risorsa.
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