di Michele Ferrero
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Solo la maglia
di Michele Ferrero
I giocatori passano, il Toro resta. Così come i presidenti e gli allenatori.
Ma prima di arrivare a questa conclusione scontata, occorre attraversare in realtà un...
I giocatori passano, il Toro resta. Così come i presidenti e gli allenatori.
"Ma prima di arrivare a questa conclusione scontata, occorre attraversare in realtà un lungo e tortuoso percorso.
"Mi rivolgo a te, caro tifoso granata e compagno di sventure, e ti invito a ripercorrere insieme l’avventura sul Titanic dei nostri sentimenti.
"In principio c’era Pulici.
"Sei un bambino sognante che si avvicina al calcio e deve eleggere il proprio idolo.
"Per un bimbo granata degli anni settanta è ovvio, è questione di pelle: vedi Pupi e vuoi essere lui, il supereroe che risolve tutte le situazioni.
"Segna in tutti i modi. A lui perdoni tutto. E se un anno fa solo 3 gol è sicuramente perché gli altri, quegli sfaticati, non gli hanno passato bene il pallone.
"Un giorno capita che il tuo idolo cambia maglia. Per Beppe Bonetto era ormai un peso, e con l’uscita di scena di papà Pianelli, manda via la tua bandiera. Dal momento che è verso la fine della carriera e che va all’Udinese riesci in qualche modo a fartene una ragione. E quando torna da avversario con la maglia della Fiorentina fischi anche Danova se lo picchia troppo duro.
"Di Pupi però ne è esistito solo uno.
"Ma ti basta anche vedere il tuo amico Mozzini vestito da Inter per starci male. Per capire che qualcosa non funziona.
"Poi arriva Lentini.
"Hai ormai 25 anni, sei ancora giovane ma già consapevole che la vita non è poi quella favola che vogliono raccontarti quando sei piccolo.
"Il conte di Carmagnola è un giocatore entusiasmante, di quelli che rubano l’occhio e scatenano la fantasia. Viene giù impetuoso sulla fascia seminando uomini con la palla incollata al piede. E’ l’uomo mercato più ambito, ma dichiara fedeltà al Toro, del resto da mesi il presidente di turno lo ha dichiarato incedibile.
"Invece tutto ha il suo prezzo.
"E il Gigi se ne va, per guadagnare di più e per vincere scudetti, per fortuna non alla Juve.
"Allora ti senti tradito, vorresti spaccare tutto. Anzi spacchi tutto.
"Ma intanto non puoi cambiare la realtà. E quando l’ex idolo torna al Toro 5 anni dopo sei pure disposto a perdonare.
"Infine Balzaretti.
"Sei ormai verso i 40 anni, le migliori speranze sono ormai disilluse.
"Navighi da un decennio in serie B e ti ritrovi questo giovane dalla faccia pulita e dai capelli biondi che svolazzano.
"Sul campo ce la mette tutta, ha il piede come un ferro da stiro, ma almeno corre a perdifiato. Viene dalle giovanili e dichiara continuamente di sentire la maglia granata come una seconda pelle. Sai benissimo come va il mondo, ma forse su questo qui puoi fare un minimo di affidamento, anche perché è un terzino di serie B, mica una stella mondiale.
"Poi arriva il fallimento targato Cimminelli. Il nostro prode ha offerte da Roma, Lazio, Fiorentina, Napoli e Parma, ma basta una telefonata dei gobbi e lui corre senza esitazione, accettando di essere l’ultima delle riserve pur di sentire nelle orecchie l’inno della Champions e garantirsi i 30 denari annessi.
"E ti dai del coglione per esserci cascato di nuovo. Anche se poi Balzaretti, grazie a Juvopoli, torna ad essere il terzinaccio di B che è sempre stato.
"Ai giocatori ci si affeziona troppo, prima di capire che non è il caso.
"O meglio: una volta si poteva anche fare, con i vari Ferrini, Agroppi e Pulici era anche un piacere. Oggi assolutamente no. Sono liberi professionisti a tutti gli effetti che curano i propri interessi. E talvolta l’etichetta di mercenari se la vanno a cercare. Non dico che non abbiano la passione per il calcio, questo no, sono stati bambini anche loro. Ma, arrivati nelle serie che contano, giocano per guadagnare. E spesso anche nelle categorie minori, nei dilettanti.
"I giocatori si difendono proclamandosi la parte più sana del calcio. E’ vero, nel senso che i dirigenti sono peggio. Ma poi anche loro talvolta si fanno beccare nel giro delle scommesse, perché i soldi non bastano mai.
"Molto spesso non si rendono conto della fortuna che hanno nel poter fare per lavoro quello che tanta gente fa per puro divertimento nel tempo libero. Sono dei privilegiati: avranno fatto anche sacrifici negli allenamenti, lasciato presto la famiglia, e rinunciato a qualcosa in gioventù, ma privilegiati rimangono, in qualsiasi contesto si trovino.
"Chi di loro si lamenta (penso ai divi strapagati e non ai giocatori del Toro) farebbe bene a lavorare davvero almeno una volta nella vita. Credo che poi farebbe attenzione a dichiarare di essere stressato e nauseato dal mondo del calcio. Del resto, quando tifosi e media incalzano, per ritrovare il sorriso ai calciatori basta pensare al conto in banca, spesso più pingue di quello di un chirurgo che salva vite umane ogni giorno.
"Detto questo, rinfrescati tutti i possibili luoghi comuni, negli articoli delle ultime settimane abbiamo rivisitato insieme, ruolo per ruolo, l’universo dei giocatori granata. Oltre 400 uomini passati davanti alla Maratona con la maglia granata indosso negli ultimi 30 anni. Alcuni ci hanno fatto godere, altri disperare. Ho cercato di ricordarli con il consueto spirito, fatto di senso critico ma anche di tanta passione, che vorrei poter conservare anche in futuro, nella nuova stagione che sta cominciando.
"Qualche bandiera l’abbiamo persa anche di questi tempi, penso a Brevi, Ardito e Muzzi. Li saluto con stima. Ma è la maglia che conta, nuovi giocatori ci aspettano, pronti a ricevere il nostro sostegno. Che non mancherà mai, nella speranza che riescano a meritarlo. Noi tifosi amiamo il calcio, chiediamo a chi indossa i nostri colori semplicemente di essere rispettati. Sappiamo che i giocatori non vanno in campo per noi, ma vogliamo essere rappresentati con dignità.
"Non pretendiamo certo che siano tutti Pulici, ci basta che non facciano i Balzaretti.
Alla prossima settimana, e buon campionato a tutti.
Michele
Questo articolo è tratto dal libro Passione Toro, pagina 273.
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