toro

Torino-Empoli

Il Toro è in campo per il consueto riscaldamento, dopo i festeggiamenti è ora di giocare. Questi i probabili undici titolari:

TORINO (3-4-2-1): Abbiati - Di Loreto, Cioffi, Franceschini - Comotto, De...

Redazione Toro News

Il Toro è in campo per il consueto riscaldamento, dopo i festeggiamenti è ora di giocare. Questi i probabili undici titolari:

TORINO (3-4-2-1): Abbiati - Di Loreto, Cioffi, Franceschini - Comotto, De Ascentis, Barone, Balestri - Rosina, Lazetic - Stellone.

All. Zaccheroni

C'è ancora tempo per alcune dichiarazioni post festa Centenario.

Junior: 'Partecipare ai cent'anni di una società non è facile, sono stati tre anni molto intensi, che sembrano di più. Ho dato qualcosa alla squadra in quel periodo, ma ho ricevuto tanto, il Toro non uscirà mai dal mio cuore. La maglia granata è la seconda pelle, uno che gioca nel Toro deve sentirla sempre".

Cairo: 'Contento aver messo insieme tanti cori, giocatori, squadre. Rivederli insieme è stato davvero bello. E' un grande onore essere il presidente del Centenario. Spero di essere all'altezza della situazione potendo dare in futuro qualche soddisfazione. Trovare un solo campione del mio cuore è difficile, facile dire Pulici, Junior, ma anche Sala, Bruno, quelli che non ci sono più. E' riduttivo sceglierne uno. Lo spirito è non mollare mai, vincere tutte le traversie, spirito particolare, il cosiddetto tremendismo, che spero di vedere anche alla mia squadra del futuro". Lo spirito Toro? "Viene grazie al contatto con questi tifosi, in 15 mesi facendo le cose in corsa non è facile ottenerlo immediatamente, ma lavoreremo per questo". La sua prima conquista è stata la gente? "I tifosi avevano così tanto entusiasmo che c'è voluto davvero poco, abbiamo 18mila abbonati, ma in B eravamo di più, purtroppo in questo stadio non c'è tanto spazio. Il nostro pubblico è straordinario".

Pulici: 'Sembra che non siano mai passati questi trent'anni, i tifosi restano coerenti al loro passato. Lo spirito Toro non viene solo dall'indossare la maglia, ma anche da quello che si ha dentro. A me ha insegnato molto Ferrini, che non si tengono mai i gomiti bassi, ma sempre alti". La Maratona? 'Era come festeggiare con un famigliare, la fine di un lavoro. La Maratona per me era un segnale, captavo dall'urlo dov'ero, anche con le spalle alla porta, di conseguenza mi regolavo".

Ferrante: "Emozionato stare vicino a Pulici. Sotto la Maratona è incredibile, Torino è Torino, unica".