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Torino, lo stadio di proprietà non pare attualità: costi e problematiche per la realizzazione

Focus / Cairo per realizzare una ristrutturazione dell’Olimpico Grande Torino potrebbe essere chiamato a un investimento da almeno 30 milioni

Roberto Ugliono

Dopo aver analizzato la situazione in Italia sugli stadi di proprietà, è il momento di focalizzarsi in particolare sul Torino. Il primo problema che potrebbe riguardare i granata riguarda la situazione stessa dell’Olimpico Grande Torino, il cui affitto - è bene ricordare - è stato raddoppiato (ora il club paga 500.00€) quattro anni fa quando fu rinnovata la gestione decennale dell'impianto da parte del Torino. Lo stadio, innanzitutto, è sottoposto a un vincolo dalla Soprintendenza delle Belle arti, che vieta di poter modificare la struttura dello stadio. Motivo per cui, se il Torino comprasse la struttura dal Comune, non potrebbe ampliare i posti, ma solamente attuare dei lavori per modernizzare l’impianto. C’è da dire, però, che l’acquisto dell’impianto potrebbe essere facilitato dalla politica economica degli ultimi anni del Comune, che si è trovato a far fronte a una serie di difficoltà economiche per le quali ha dovuto effettuare dei tagli. Quindi un’offerta congrua potrebbe anche portare a una risposta positiva. Va aggiunto, però, un dettaglio che potrebbe complicare le cose, perché l’Olimpico Grande Torino è un patrimonio immobilizzato e questo potrebbe cambiare il discorso. Dopo un’eventuale acquisizione, il club di Cairo potrebbe investire sui 30 milioni di euro. Cifra ovviamente ipotetica, basata sulle spese effettuate da Udinese e Atalanta per la ristrutturazione dei rispettivi impianti. La spesa potrebbe essere spalmata (la società friulana per esempio finirà di pagare i lavori nel 2023) e soprattutto l’investimento potrebbe dare i suoi frutti a medio termine.

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INVESTIMENTI - Altra questione è la costruzione di uno stadio ex novo. Oltre a dover individuare un’area idonea per edificare il nuovo impianto, c’è anche la problematica dei costi che potrebbe comportare. E la cifra potrebbe aumentare rispetto ai 30 ipotetici per la ristrutturazione del Grande Torino. Un aiuto potrebbe arrivare da una sponsorizzazione, come hanno fatto i due esempi prima citati di Atalanta e Udinese, che, rispettivamente, hanno intitolato l’impianto a Gewiss e alla Dacia. Intanto, il Torino ha già compiuto degli investimenti strutturali con i lavori al Filadelfia prima e al Robaldo ora (attese novità su questo fronte). Al prossimo ordine del giorno potrebbe esserci quello dello stadio di proprietà, ma è una questione che potrebbe richiedere anni prima di una sua realizzazione.

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