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Torino, Mazzarri pretende una reazione di orgoglio. E programma le “staffette”

Verso il match / Il tecnico vuole le risposte più importanti sul piano mentale affinchè la squadra riprenda il discorso bruscamente interrotto contro il Lecce

Gianluca Sartori

""La peggior partita della mia gestione". Così Walter Mazzarri ha definito, in conferenza stampa, il tonfo interno del suo Torino contro il Lecce nella terza giornata di campionato. Mai si era visto, in effetti, un Torino così inefficace sul piano offensivo quanto penetrabile in fase difensiva. Una prestazione negativa sotto tutti i punti di vista. E Sampdoria-Torino, in questo senso, dovrà dare una risposta importante: si è trattato di un semplice episodio o di un campanello di allarme? A Marassi, sempre che la gara si disputi (come noto incombe l'allerta maltempo a Genova), ai giocatori granata si richiede prima di tutto una sana reazione d'orgoglio, ancora prima del risultato. "Voglio aggressività e determinazione, è il minimo", ha detto Mazzarri in conferenza stampa. Contro il Lecce in effetti non si era visto nemmeno questo: è ciò che più ha destato delusione nei tanti tifosi granata che avevano assiepato le tribune del Grande Torino.

"LA TATTICA E I CAMBI - Dal piano mentale a quello tattico, la preparazione del match in casa della Sampdoria ha visto Mazzarri e il suo staff impegnati nell'immaginarsi un possibile sviluppo degli eventi. Il fatto che i blucerchiati siano a zero punti fa pensare che possano partire molto forte per cercare di indirizzare subito la partita. Il Torino in tal caso inizierebbe abbottonato, con uno schieramento che punti in primis all'equilibrio tra i reparti. Per questo non si dovrebbe derogare dal 3-5-1-1 (con Berenguer dietro Belotti) o 3-5-2 (con Zaza al fianco del capitano). Eventualmente ci sarebbe tempo di inserire a gara in corso giocatori di maggior qualità come Verdi o Falque, passando a una veste tattica più spregiudicata. Per quanto riguarda la difesa, Lyanco dovrebbe partire titolare, ma probabilmente non ha i novanta minuti nelle gambe: se calasse fisicamente, sarebbero pronti Djidji e Bremer a prendere il suo posto. Mazzarri le chiama "staffette", per fare capire che non si tratta di bocciature ma di sostituzioni programmate a tavolino in anticipo per non farsi trovare impreparati alle situazioni in campo. Sarà il campo, dunque, a dare il suo responso.