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Toro-Genoa, da fratelli a nemici

Una giornata intera per farlo nascere, a cavallo tra il ’73 e il ’74, 36 anni per cementarlo e infine un pomeriggio terribile per cancellarlo. E’ la storia del gemellaggio ufficiiale più antico...

Federico Danesi

IN RICORDO DI GIGI - C’era molto, nella storia fatta di grandi ricordi ma anche difficoltà a tragedie, in comune tra Genoa a Toro non ultima la tragedia che aveva cancellato da questo mondo Gigi Meroni. Il 30 dicembre del ’73, con i rossoblù tornati in A e una Fossa dei Grifoni sostanzialmente appena nata, al Comunale sembrava una partita come tante. Bastò un gesto, quello del pellegrinaggio di molti genoani a portare fiori in corso Re Umberto, e fu la scintilla di un amore indissolubile sancito da un giro di campo nel prepartita che sigillò il gemellaggio.

FRATELLI FUORI E DENTRO - E da allora, vuoi per il comune odio verso certe tifoserie con alcun distinguo, come quella viola che è odiata dai genoani, vuoi soprattutto per molte esperienze dirette, è stato amore vero, indissolubile. Spesso capitava, negli anni belli del Comunale ma anche nelle prime stagioni al Delle Alpi, che le sfide dirette si seguissero assieme, senza barriere e senza curve ancorché il risultato finale contasse, non poco.

GIOCHI PREZIOSI - Poi la prima crepa nel 2005 dopo il pasticciaccio della combine in B tra Genoa e Venezia nella quale vennero coinvolti pure Roberto Cravero, squalificato infine per 4 mesi, e soprattutto l’affarista Luigi Gallo che aveva già provato a mettere le mani sul Toro ed è nefastamente ricordato per la fideiussione farlocca piazzata a Franco Cimminelli che sostanzialmente segnò la fine del Toro, almeno come lo avevamo conosciuto.

RISSA E CIAO - La frattura, definitiva o meno lo sapremo fra quattro giorni, il 24 maggio 2009. Il Toro sostanzialmente era già in B ma si attaccava a quel gemellaggio per tenere viva la fiammella della speranza: invece finì 3-2 per la squadra di Gasperini, risultato peraltro inutile anche per le speranze Champions del Genoa. Finì soprattutto con una rissa in campo, che ai soliti dietrologi fece immaginare accordi pregresso non verificatisi in campo, e con lo strappo tra tifosi. Quella del Genoa (correttamente?) ad ogni gol loro fecero festa invece di disperarsi. E quelli del Toro da allora li accusano di lesa maestà, paragonandoli agli juventini che forse per tutti gli altri è l’insulto peggiore. E’ finita così, potrebbe anche ricominciare. Sempre che ci siano voglia e margini.Federico Danesi

(foto ilsecoloXIX)