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Lazio-Torino, il match perfetto di Miha: il tecnico non sbaglia una mossa

Approfondimento / Il tecnico serbo può sorridere: Rincon, Edera e Berenguer ripagano la fiducia e decidono il match

Nicolò Muggianu

"E chi se lo sarebbe mai aspettato? L'epilogo di Lazio-Torino è forse quello meno atteso: 1-3 per i granata e tabù Olimpico di Roma sfatato dopo ben 24 anni di astinenza. Ma non è finita qui. Perché se il risultato finale ha già un che di straordinario, è doveroso sottolineare come il match sia stato deciso dagli uomini (forse) meno attesi. Ljajic? Belotti? Iago Falque? No. Il primo si accomoda in tribuna per 'motivi disciplinari', il secondo si ferma ancora una volta al palo; mentre lo spagnolo corre tanto ma non riesce a finalizzare.

"Potrebbe sembrare paradossale, ma grazie anche a questa serie di 'sfortunati eventi' il Torino è riuscito a portare a casa i tre punti. Già perché Mihajlovic, a discapito di quanto si pensasse alla vigilia, decide di lanciare dal primo minuto Berenguer, con Ljajic spedito in tribuna. Nel post partita il tecnico dirà in merito (LEGGI QUI): “Ljajic va in tribuna per comportamenti sbagliati. La prima cosa è il gruppo e non i singoli. Se devo parlare di singoli parlo di Berenguer ed Edera: il primo ha fatto una grande partita, il secondo anche". Scelta forse anticonvenzionale, ma che certamente dà i suoi frutti. Lo spagnolo è una vera e propria spina nel fianco della difesa biancoceleste e al 9' della ripresa finalizza una discesa di quaranta metri con un piazzato preciso. È il primo gol con il Torino. Una vera e propria liberazione per lui, che nelle scorse settimane era stato tacciato dagli addetti ai lavori come 'oggetto misterioso'.

"Come se non bastasse, a distanza di pochi minuti, anche Rincon ed Edera si uniscono alla festa. Anche per loro è il primo gol in maglia granata. E se il venezuelano aveva già fatto qualche gol in carriera nella massima serie, per il talento proveniente dalla cantera, la prima marcatura in Serie A ha un sapore speciale. Una rete che suggella un periodo brillante, in cui il classe '97 era riuscito a scalare le gerarchie di Mihajlovic. "L’allenatore si aspetta questo dai giocatori che mette in campo - ha provato a pungolare il tecnico serbo nel post partita - Ho avuto un ottima risposta da loro due". La verità però è un'altra. In un periodo opaco, i due giovani hanno ridato al Torino quella voglia di 'spaccare il mondo' che era mancata nelle ultime uscite stagionali. Senza dubbio gran parte del merito va a Mihajlovic, che ha avuto il coraggio di lanciare due giocatori che fin qui non avevano esaltato.

"Da sottolineare poi anche il 'nuovo centrocampo'. L'intuizione di inserire Valdifiori davanti alla difesa ha permesso a Rincon di avere meno compiti in fase di interdizione, dando a 'El General' la possibilità a di farsi vedere con maggiore frequenza dalle parti di Strakosha. A prescindere dal gol, il venezuelano è parso più a suo agio nella posizione di mezz'ala, con le geometrie dell'ex Napoli in cabina di regia che hanno aiutato le incursioni in contropiede, ma soprattutto il possesso palla una volta in superiorità numerica. Insomma, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Quando il tecnico serbo ha fatto scelte sbagliate è stato (giustamente e comprensibilmente) criticato, ma oggi su questa vittoria c'è la sua firma indelebile.

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